«E adesso Prodi rispetti gli impegni»

Il senatore di Rifondazione: «Gli ordini del giorno non sono carta straccia e il governo deve darsi da fare per rispetto delle istituzioni»

da Roma

Il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, ha torto marcio nel sostenere che il governo non deve occuparsi del riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto. Il capogruppo di Rifondazione comunista a Palazzo Madama, Giovanni Russo Spena, la pensa esattamente come la capogruppo dell’Ulivo, la diessina, Anna Finocchiaro.
Mastella insiste: occorre lasciare l’iniziativa al Parlamento.
«Non è così. Il governo si è impegnato e gli ordini del giorno non sono carta straccia. Il rispetto delle istituzioni impone al governo di darsi da fare per mantenerlo».
In effetti Prodi sembra sentirlo molto questo impegno.
«Devo dire che sono da 12 anni in Parlamento e questo mi sembra il governo che rispetta con più serietà gli ordini del giorno. Mi piacciono molto meno le troppe fiducie che pone... Ma questa è un’altra questione. Il testo del governo mi sembra abbia raggiunto un buon punto di mediazione che può trovare l’appoggio anche dell’opposizione».
Ma veramente il suo partito ha massacrato la proposta Pollastrini-Bindi. A Montecitorio Titti De Simone e Vladimir Luxuria hanno promesso guerra a un ddl che giudicano discriminatorio nei confronti degli omosessuali.
«Beh, il nostro punto di vista è quello della sinistra radicale. Ma non per questo respingiamo la proposta. È nostra intenzione lottare per migliorarla in Parlamento».
Per Mastella il Parlamento deve avere una proposta sua, non discutere quella del governo.
«Allora vorrei ricordare al ministro che si tratta di un disegno di legge. Dunque ci sarà comunque un’ampia discussione. La maggioranza potrà aprire un confronto ampio e trovare gli accordi necessari. Ognuno porterà i suoi contenuti. Quello che assolutamente contesto a Mastella è che ponga una pregiudiziale sull’iniziativa del governo che, secondo lui, non deve presentare un ddl. Ma no. Io dico che è il contrario. Nel programma dell’Unione è stato preso un impegno preciso e Mastella non può dimenticarlo».
Mastella non dimentica neppure che quella parte lì del programma il suo partito, l’Udeur, non l’ha voluta sottoscrivere.
«Ma sta di fatto che nel programma c’è. Attenzione: non si parla di Pacs, patti civili di solidarietà, ma di riconoscimento dei diritti delle persone che fanno parte delle unioni di fatto. Noi pensiamo anche alle coppie di mutuo aiuto, come due persone anziane che scelgono di convivere per aiutarsi».
Il ministro della Giustizia sostiene che se tre ministri possono non votare su una questione di politica estera (il rifinanziamento della missione in Afghanistan) lui ha pieno diritto di astenersi su una questione etica.
«Ma non è la stessa cosa. Questa considerazione mi sembra propaganda da parte di Mastella che è un segretario di partito e le cose per lui stanno in modo diverso. Un conto è qualche dissidente che vota in maniera difforme come lo abbiamo noi in Parlamento. Diverso sarebbe se prendesse posizione Franco Giordano».
Per approvare il ddl sulle coppie di fatto contate sui voti dell’opposizione?
«Non so che cosa potrebbe succedere se ci fossero indicazioni politiche. Allo stato delle cose però io ritengo che ci siano 30 o 35 senatori appartenenti allo schieramento dell’opposizione che potrebbero votare a favore del ddl».


Ma non è che poi non lo vota proprio Rifondazione?
«Domattina (oggi, ndr) in direzione decideremo come comportarci e metteremo a punto i nostri emendamenti che riguarderanno tutti i nodi cruciali: l’istituzione del registro, gli anni di convivenza per il diritto alla reversibilità della pensione. È chiaro che se ognuno si limita a riaffermare proprie posizioni non si va da nessuna parte: la nostra volontà è mediare».

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