E adesso in Regione sono diventati tutti Iene

E adesso in Regione sono diventati tutti Iene

Se l’avessero fatto fra i consiglieri regionali liguri invece che fra i parlamentari, il test su chi si droga e chi no, le Iene certo non avrebbero dovuto subire la censura del programma. A sentir loro, almeno, i consiglieri regionali di destra e di sinistra che ieri hanno condannato in modo stranamente bipartisan la soppressione della puntata incriminata all’urlo di: «Nessun problema a sottoporci all’antidoping».
Ma poiché è facile parlare quando poi il tampone del trio Medusa sulle fronti dei politici liguri non s’è abbattuto, ieri è stato Gianni Plinio il capogruppo di An a lanciare la provocazione, invitando tutti i colleghi a sottoporsi volontariamente al test, in segno di solidarietà con le Iene oscurate dal Garante della Privacy e a dimostrazione che i politici non devono godere di trattamenti privilegiati: «Spero che i colleghi condividano il senso del mio appello e che un’adesione possa venire anche dai consiglieri provinciali e comunali. La censura alle Iene alimenta a dismisura, anche in Liguria, la cultura del sospetto e, pertanto, occorre dare all’opinione pubblica segnali concreti e convincenti». Ha pensato anche ai dettagli, Plinio. Dice che il test potrà essere effettuato dal personale di una Asl, e che spetterà al presidente dell’Assemblea Mino Ronzitti valutare l’adozione di eventuali provvedimenti nei confronti di coloro «che risultassero tossicodipendenti». «Una cosa è certa - avverte Plinio - i cittadini dovrebbero sapere se i loro rappresentanti fanno uso di sostanze stupefacenti e se siano ricattabili per via del legame tra loro e i pusher di fiducia». È stato allora che in molti hanno iniziato a liquidare la questione come «la solita iniziativa demagogica», per dirla con Marco Nesci di Rifondazione comunista, che pure giura: «Sono per la liberalizzazione delle droghe, ma non fumo nemmeno sigarette», ci sono i testimoni. Dal centrodestra, il primo «sono pronto a dare l’esempio» è arrivato da Matteo Rosso di Forza Italia, che nel giudicare «veramente scandalosa» la censura subita dalle Iene ritiene «un dovere di noi politici ridare fiducia ai cittadini».
Se test dev’essere che sia, ha fatto invece sapere Cristina Morelli.

Lei pure ha la coscienza pulita: «Ho provato a 30 anni a farmi uno spinello per curiosità, poi ho riprovato a 33 perché il primo non mi aveva fatto nulla, ma poi ho deciso che la cosa non mi interessa, perché voglio mantenere la mia lucidità, tanto più che sono già “fuori” di mio», e anche lì i testimoni alle morelliane sfuriate non mancano. Epperò: «Più importante sarebbe un test sul mantenimento delle promesse elettorali da parte degli eletti». E come darle torto.

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