E un altro sisma colpisce Papua, Tonga e Filippine

Giakarta. Dopo il sisma che ha colpito sabato l’isola indonesiana di Giava, ieri due terremoti hanno scosso il Pacifico meridionale, ma, a differenza dell’altro ieri, non si hanno notizie di vittime o di danni ingenti. I sismologi dicono che non si può parlare di un aumento dell’attività sismica nella regione.
I terremoti a Tonga e Papua Nuova Guinea si sono verificati nell’arco di dieci minuti e non sono collegabili, fanno notare gli esperti, al sisma che ha devastato Giava causando oltre 3.000 vittime. Il Pacific Tsunami Warning Center, che ha sede nelle Isola Hawaii, ha escluso il pericolo di tsunami poiché, in entrambi i casi, l’epicentro era molto in profondità.
Le terre di Tonga, un arcipelago costituito di oltre 160 isole e con 115.000 abitanti, hanno tremato alle 5,36, ora italiana: la scossa ha fatto registrare una magnitudo di 6,7 gradi della scala Richter. Le isole di Tonga sono allineate lungo due direttrici quasi parallele lungo i margini dell’omonima fossa, una delle più accentuate depressioni dell’Oceano Pacifico (- 10.882 metri). Formano l’allineamento occidentale una decina di isole vulcaniche, tra cui la famosa Falcon, un vulcano sottomarino più volte emerso e sommerso.
Dieci minuti prima che la scossa colpisse le isole Tonga era toccato all’isola di Nuova Bretagna, scarsamente popolata, a est della Papua Nuova Guinea (capitale Port Moresby), che confina a occidente con la parte indonesiana della grade isola. Si tratta di una delle regioni più attive dal punto di vista sismico. La magnitudo rilevata a Nuova Bretagna è di 6,2 gradi.

Una scossa di 5,3 gradi ha provocato gran paura anche nel nord delle Filippine. Ma anche in questo caso nessuna vittima e nessun danno. L’epicentro è stato localizzato in mare, a circa 120 chilometri a nord dalla costa.

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