E Ancelotti risponde a Josè «Deco e Carvalho? Sono incedibili»

Vogliamo la Supercoppa per i nostri tifosi... cinesi». Javier Zanetti rapito e depositato al Nido d’Uccello di Pechino, lo stadio Olimpico dove tra poche ore affronta la Lazio, sarebbe pronto a far del bene a chiunque. Lusingato e sopraffatto dall’affetto degli indigeni, stadio esaurito, previsti 50 milioni di telespettatori cinesi, fans locali che lo assediano, il capitano ha pensato come suo solito: una cosa alla volta. È una filosofia che lo ha portato fin qui e scaraventato nella leggenda dell’Inter. Per fare spazio a lui, Josè sarebbe pronto a ribaltare i suoi dogmi, Saverio non può restare fuori, oggi gioca esterno basso di sinistra ma se non ci fossero alternative reali potrebbe anche schierarlo in porta. Si gioca a Pechino e quindi spazio ai cinesi che tifano Inter e Javier è talmente un semplice che lo spiega anche: «In questi giorni il pubblico ha mostrato grande entusiasmo per i colori dell’Inter, per questo cercheremo di rendere felici i nostri sostenitori in Cina, vincendo».
Per Josè il capitano non è mai un problema, in difesa gli restano fuori Santon e Samuel, o almeno uno dei due, ma in mezzo può giocare a rombo e dare altri novanta minuti a Thiago Motta. Il brasiliano è in ritardo rispetto ai collaudati Stankovic, Cambiasso e Muntari, ma entrare nel cerchio magico del centrocampo interista non è facile.
Nell’ultima rifinitura tutti i 24 convocati di Josè hanno completato il lavoro: riscaldamento, velocità reattiva, partitella a squadre miste, un’ora in tutto e ce li ha tutti a disposizione. Josè teme solo i tempi supplementari, sa che tenere i suoi ragazzi in campo per due ore sotto questa pioggerellina calda e fastidiosa, afa strangolante e umidità al 90 per cento, non è il massimo della preparazione estiva. Sono i dazi da pagare quando si scelgono itinerari alla Indiana Jones per iniziare la stagione.
Nonostante le ipotesi che aprivano al 4-3-3, Josè punterà sul più collaudato rombo a sostegno di Eto’o e Milito, qui resta fuori Balotelli, onestamente non felicissimo. E come Supermario mostra segni di insofferenza, escono subito a raffica notizie allarmanti su di lui. Una delle ultime, e probabilmente meno attendibili, lo vedrebbe sulla strada di Londra con un intrigo davvero bizzarro. Supermario andrebbe al Chelsea per un anno in prestito gratuito, ma non sarebbe esattamente un premio per consentirgli di giocare, bensì un baratto. Da Londra arriverebbe all’Inter niente meno che Didier Drogba, sempre in prestito rinnovabile per un anno. Improbabile, ma un rumors girato fin da mercoledì, appena è stata chiara la formazione di Josè e evidenti gli sbuffi di Balotelli. Che comunque si sta comportando egregiamente e andrà in panchina con un solo desiderio: entrare e spaccare tutto.
L’altro snodo gira attorno a Burdisso, uno dei pochi indesiderati da Mourinho ad avere reale mercato, quindi l’unico che può consentire un’entrata che aprirebbe alla ricerca di un trequartista. Anche in questo caso intrigo complicato: Burdisso alla Roma in cambio di Andreolli che lì non ci vuole più stare ma non avrà spazio neppure all’Inter che lo girerebbe immediatamente ad un altro club.
Non sono pensieri che turbano Josè Mourinho, talmente serio e concentrato da mettere sull’attenti anche le guardie di Hu Jintao. Lui ha capito che questa coppa è solo un rischio perché è strafavorito e già dicono che in Italia seminerà nuovamente il panico. Vuole uscire a testa alta dal nido d’uccello con la Supercoppa in bacheca e possibilmente dopo novanta minuti. Sta facendo un lavoro psicologico straordinario su Eto’o e anche ieri non si è scordato di tesserne le lodi: «Ha un passato migliore e più vincente di Ibra che ormai ha convinto anche l’ultimo dei tifosi: nessuno lo rimpiange più». Che dietro la cessione dello svedese ci fosse ormai una macchina perfettamente oleata, appare sempre più evidente.

Il procuratore di Maicon, Antonio Caliendo, sentendosi al sicuro fra amici si sarebbe lasciato sfuggire alcune considerazioni: il brasiliano avrebbe manifestato i primi mal di pancia per denunciare quelli di Ibra e portarli in superficie, tutto concordato, neppure il terzino destro più forte del mondo sopportava più quell’ingombrante talento.

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