RomaNel numero ieri in edicola, Repubblica scrive che il re delle cliniche ed editore di Libero Angelucci, nel duello con il governatore del Lazio Piero Marrazzo, avrebbe perso 30 milioni di euro. E ricostruisce i motivi dattrito, diciamo così, tra limprenditore e lex presidente travolto dallo scandalo del videoricatto col trans. Oggi arriva la smentita del Gruppo Tosinvest, che annuncia anche di aver dato mandato ai propri legali di procedere a una richiesta di risarcimento danni nei confronti di Repubblica di importo pari al «taglio» che le cliniche di Angelucci avrebbero subito dal piano sanitario regionale secondo le rivelazioni del quotidiano: 30 milioni di euro. Con il corollario che «tutto quanto dovesse essere riconosciuto al gruppo come indennizzo dagli organi competenti verrà interamente devoluto in beneficenza».
Laffaire Marrazzo vive dunque le sue appendici giudiziarie collaterali, quando salta fuori un piccolo giallo sul quinto carabiniere indagato, per ricettazione, Donato DAutilia, già coinvolto nel 2006 nellindagine «Fiori nel fango 2», sulla pedofilia. Nel caso Marrazzo il 42enne leccese sarebbe entrato mettendo a disposizione la sua casa per mostrare il filmato di Marrazzo con il trans (dopo aver cercato di perquisire gli occasionali ospiti), un appartamento che si troverebbe in un complesso di nuova costruzione sulla Cassia: palazzine a cortina a tre piani, che si snodano lungo una strada privata allaltezza della Giustiniana. Lì gli inquirenti sarebbero arrivati ripercorrendo la strada fatta da alcuni dei testimoni che erano interessati ad acquistare il video. Ma, curiosamente, cè anche un altro dei quattro carabinieri già indagati, Luciano Simeone, che risulterebbe di fatto domiciliato in quello stesso piccolo condominio.
E mentre la Procura cerca di chiarire il ruolo - e le circostanze della morte, avvenuta in una stanza dalbergo della Salaria - del pusher Gianguarino Cafasso, indicato dagli indagati come autore materiale del video, e che in quanto defunto ha difficoltà a fornire una sua versione, i pm romani fanno sapere che come era prevedibile si opporranno alla scarcerazione di Carlo Tagliente, Simeone, Nicola Testini (accusati del ricatto a Marrazzo) e Antonio Tamburrino (accusato di ricettazione) nelludienza del tribunale del riesame, in calendario per il 4 novembre prossimo.
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