E Bikkembergs si fa grande con Zeis Excelsa

Nella moda si sa le evoluzioni sono veloci e spesso inattese. Nel caso di Dirk Bikkembergs, lo stilista che ha fatto dello stile sportivo legato al mondo del calcio una filosofia vincente per il proprio business, i cambiamenti sono annunciati e rassicuranti.
Lo ha detto ieri Maurizio Pizzuti, presidente della Zeis Excelsa S.p.A. una realtà forte nel settore delle calzature e ora anche dell'abbigliamento. Di sua proprietà è diventato infatti anche il marchio Dirk Bikkembergs che si unisce a Cult, Docksteps, Lofu, Sonora e Virtus Palestre. Con un fatturato 139 milioni di euro nel 2011, l'azienda di Montegranaro è anche titolare delle licenze internazionali per le calzature Samsonite mentre distribuisce sul mercato italiano Harley Davidson, Merrel e Sebago.
Vita nuova perciò per il brand fondato dallo stilista belga che rimane alla direzione creativa di tutte le linee ma si avvale di altre importanti risorse. Con la collezione uomo autunno-inverno che sfila a Milano lunedì 16 gennaio, debutta ufficialmente il designer sudafricano Hamish Morrow, studi alla Central St. Martins e al Royal College of Art di Londra, tante collaborazioni comprese quelle per Fendi uomo e per Krizia. «Nel nostro dna stilistico c'è qualcosa che ci accomuna, anche se quando pensiamo al suo sviluppo seguiamo percorsi diversi» ha detto lo stilista annunciando stessa visione estetica ma risultati differenti.
Fra le altre novità, c'è anche il ritorno della collezione donna affidata alla designer Paola Toscano e che sarà presentata a febbraio. La nuova era di Bikkembergs parte con grandi prospettive se è vero che nella compagine di Zeis Excelsa entrerà con un venti per cento anche il Fondo Italiano d'investimento. Notevoli gli sforzi per ampliare la distribuzione: ai 28 punti vendita monomarca aperti dal gruppo, si aggiungeranno altri dieci entro la fine del 2012, arrivando così a quota 42 vetrine Dirk Bikkembergs.

Tra queste il megastore di Barcellona di 600 metri quadri e i nuovi monomarca che verranno aperti in mercati emergenti come quelli dell’ex Unione Sovietica.

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