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E Bollorè si compra altre azioni Generali

Vincent Bollorè approfitta dei prezzi da saldo, compra ancora e ora ha in mano lo 0,06% di Generali. Mentre non pensa affatto di uscire da Mediobanca. Il finanziere francese, dopo aver comunicato mercoledì di aver comprato, il 14 maggio, lo 0,02% di Trieste (325mila titoli per un controvalore di 4,8 milioni), è tornato a fare shopping. «Ho già acquistato circa un milione di titoli Generali. È un segnale di fiducia nella compagnia», ha affermato Bollorè, da meno di un mese vicepresidente del gruppo assicurativo. La designazione dell’uomo d’affari bretone, socio di Mediobanca ma non ancora del Leone, aveva fatto storcere il naso agli azionisti privati italiani di Generali (De Agostini, Del Vecchio, Caltagirone) che erano poi riusciti ad ottenere al fotofinish una vicepresidenza anche per Francesco Gaetano Caltagirone.
Sempre in occasione dell’assemblea del 24 aprile a Trieste Bollorè aveva preannunciato che sarebbe diventato azionista con una quota pari a «uno zero virgola qualcosa». Oggi a Cambiano (Torino) per gli 80 anni della Pininfarina con la quale ha sviluppato l’auto elettrica Bluecar, Bollorè ha ribadito il concetto. «Non posso fare grandi acquisti. Siamo una società familiare e in Italia abbiamo già investito mezzo miliardo», ha detto riferendosi al valore attuale della partecipazione in Mediobanca. A chi gli chiedeva poi se gli acquisti di azioni Generali servissero a supportare la richiesta di un secondo posto nel cda di Trieste per i francesi, il neo vicepresidente ha reagito con una risata.
Perentoria è stata invece la risposta all’ipotesi di un disimpegno da Piazzetta Cuccia (primo socio di Generali con il 13,2%), dove detiene in proprio un pacchetto pari al 10%: «No mai. Non possiamo e non vogliamo uscire». Ricostruzioni di stampa hanno indicato la volontà da parte dei francesi di cedere in blocco un pacchetto di azioni Mediobanca accumulato fuori patto (si era parlato già in passato di una quota del 15%), oltre a quello vincolato all’accordo parasociale. Le stesse ricostruzioni hanno ipotizzato anche l’idea di un interesse di Bollorè, ancora oggi, a uscire dalla partita che dal punto di vista economico non ha finora dato grandi soddisfazioni.
Intanto Bollorè cura anche il rilancio della Pininfarina. Per la Bluecar «abbiamo già ricevuto 10mila prenotazioni da persone singole» ha detto il finanziere che ha sviluppato con Pininfarina la macchina elettrica Bluecar. Parlando ai giornalisti alla sede di Cambiano ha detto: «È una gran bella macchina. Oggi stiamo lavorando sui crash-test. I calcoli al computer sono positivi. I veri crash-test li faremo in estate e poi avvieremo la produzione». Bollorè ha aggiunto che la Bluecar «ha lo stile meraviglioso e il genio di Pininfarina e una batteria solida che rispetto a una al litio ha più capacità. La batteria che abbiamo sviluppato è meno sensibile al calore ed è più sicura».

E in parallelo, Paolo Pininfarina festeggia gli 80 anni con la presentazione del prototipo Nido EV, l’auto elettrica per la città del futuro, una city car di poco più grande di una Smart, interamente disegnata, progettata e costruita a Cambiano.

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