E Bonanini fa ricorso al Tar contro gli «amici» del suo Pd

E Bonanini fa ricorso al Tar contro gli «amici» del suo Pd

Troppo duro da digerire quel posto al Parlamento Europeo soffiato d'un colpo dopo tanto di proclamazione ufficiale. Franco Bonanini, presidente dell'Ente Parco Cinque Terre, candidato Pd e parlamentare per un giorno, non ci sta e ricorre al Tar del Lazio per «vizio di forma» ed «eccesso di potere». Mica si toglie così il cadreghino, che i compagni hanno fatto e disfatto in balia di correnti e controcorrenti.
Bonanini accusa il colpo basso e pare addirittura abbia dato mandato ai suoi legali per la richiesta dei danni morali. Il presidente, acclamato urbi et orbi per la gestione del parco, s'era candidato per la circoscrizione Nord Occidentale. «Il 26 giugno - ricostruisce Paolo Messuri, che con Massimiliano Ratti patrocina Bonanini - l'ufficio elettorale nazionale comunica i seggi assegnati alla Corte di Cassazione di Milano che li trasmette agli uffici circoscrizionali, i quali procedono alla proclamazione». Sei per il Nord Ovest e il sesto tocca a Bonanini. «Il primo luglio l'ufficio nazionale con verbale impugnato - dettaglia Messuri - rileva delle anomalie per cui toglie un seggio al Nord in favore della Circoscrizione di Centro, e chiede agli uffici circoscrizionali di dare comunicazione». Bonanini salta e al suo posto finisce Roberto Gualtieri, membro della direzione nazionale del Pd e docente di Storia Contemporanea alla Sapienza di Roma, nonché, riferiscono fonti attendibili, vicino a D'Alema e Veltroni. La storia comincia a colorarsi, ma Messuri viaggia di legge: «Il problema è che la differenza giuridica tra l'ufficio centrale e quelli circoscrizionali sta nel fatto che l'uno è permanente, mentre gli altri sono temporanei e cessano d'esistere dopo avere diramato l'avviso di proclamazione». Tradotto: «Sarà pure stato rilevato un errore, ma non può esprimerlo quell'ufficio circoscrizionale che di fatto non esiste più; ogni eventuale contestazione va indirizzata al Tar del Lazio. Loro invece sono ricorsi al principio dell'autotutela, che però non è più applicabile». Vizio formale dunque, ma soprattutto «eccesso di potere - insiste Messuri - Dopo l'ordine di proclamazione l'ufficio circoscrizionale presso il Tribunale di Siena ha individuato l'errore e ha proceduto alla correzione delle operazioni rideterminando i seggi. E questo non poteva farlo».
Voce insistente è che abbiano voluto far fuori Bonanini per questioni di correnti, che più che spifferi e folate diventano tornado. Chi c'è c'è e chi non c'è resta a fare il presidente del Parco che fa il giro del mondo, si colloca come modello e traduce un'incredibile sostenibilità economica.

Chi gli sta vicino la butta lì senza mezzi termini che il presidente è una cane sciolto, non viaggia in nessuna delle tre correnti e adesso penserebbe anche di cambiar aria. Niente Autorità Portuale, niente assessorato in Regione e adesso pure trombato alle Europee. Un Pd che in preda ai giochetti perde di vista il saper fare?

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