E c’è chi ancora spera nel miracolo

C’è chi dice che alla fine non pagherà nessuno. Non usciranno fuori i nomi dei responsabili della tragedia. Intanto l’inchiesta è partita e la procura di Messina ha intenzione di andare fino in fondo per capire se e quali responsabilità possono esserci per giustificare le tremende conseguenze di questa alluvione. Un’alluvione che finora è stata giustificata solo con l’eccezionalità delle precipitazioni. In quel tratto di città, in poco più di tre ore, sono caduti oltre 250 millimetri di pioggia, in tutto l’anno a Messina si arriva complessivamente a 750. È chiaro che questo aspetto un certo peso deve averlo avuto. Ma un peso potrebbe avere anche la relazione depositata in procura dalla protezione civile. Porta la data dell’ottobre 2008, un anno dopo la prima alluvione. Ed è una potenziale prova del fatto che il disastro di Giampilieri superiore fosse realmente un disastro annunciato.
Nel documento si parla di rischio idraulico e idrogeologico elevato. Si attestava che il territorio era in crisi, che esisteva un concreto pericolo di crolli e frane, che qualcosa andava fatto. L’inchiesta della procura servirà a capire se qualcuno ha sbagliato. Per ora si lavora sull’ipotesi di disastro colposo. Certo, le eventuali condanne non basterebbero ad attenuare il dolore dei familiari delle vittime. C’è chi piange già i propri cari da giorni e ha dato loro l’ultimo saluto e c’è chi nei luoghi del disastro continua a scavare e spera ancora, consapevole del fatto che ormai serva più di un miracolo. Melina sta a Scaletta Zanclea, accanto alle macerie di un palazzo abbattuto dai vigili del fuoco. Notte e giorno prega che sotto le macerie o in mezzo al fango qualcuno ritrovi il suo Luigi.
Luigi Costa, ingegnere di 40 anni, da 8 fidanzato di Melina che non si dà pace per quel che accaduto ma che ha dentro una forza enorme: «Aspettiamo un miracolo. Finché non lo troveremo continueremo a cercarlo. E lo cerchiamo vivo. Perché siamo convinti che possa esserlo ancora». La convinzione, in realtà, lascia spazio ogni ora che passa alla tristezza. Accanto a Melina c’è il fratello di Luigi, che da qui non si è mosso neppure per andare a dormire. Anche lui spera nel miracolo. Un miracolo in cui sperano anche gli altri familiari dei dispersi. Sono dieci quelli ufficiali, ma il numero in realtà è molto più alto. Luigi Costa, per dirne uno, in questa lista non c’era. C’erano solo i residenti, le persone delle quali si conoscono tutti i movimenti nel dettaglio.

Di Luigi si sapeva solo che con lui c’era un’altra persona, un suo amico avvocato che si è salvato e che ha dato molte indicazioni sul luogo nel quale potrebbe trovarsi adesso il povero Luigi. Alla fine l’hanno trovato, purtroppo. Era lì, dove l’amico l’aveva lasciato. Era morto, un altro, l’ennesimo.

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