E Cage ritrova il fumetto da record

Facile immaginare l’espressione del viso che, nel 2000, avrà fatto Nicolas Cage davanti alla scoperta del furto della copia numero uno dell’Action Comics, il fumetto, datato 1938, nel quale debuttò Superman. Una ne ha, del resto, quella da cane bastonato, la stessa che, da anni, è stampata su qualsivoglia personaggio di ogni film da lui interpretato, sia che stia seducendo Tea Leoni come in Family Man, sia che gli abbiano appena rubato un fumetto stimato 1,5 milioni di dollari. Eppure, i produttori e i registi continuano a scritturarlo perché, bene o male, quando c’è lui la pellicola fa cassetta; la qualità artistica, si sa, è roba che indigna solo i critici.
La notizia, ora, è che quella rarità (si stima che siano sopravvissute solo un centinaio di copie) da collezione, che originariamente venne venduta per 10 centesimi, è stata ritrovata in un armadietto a San Fernando Valley, a nord di Los Angeles. Come il fumetto sia arrivato in quel posto e chi lo abbia rubato per ora è un mistero. Poco male, perché per il buon Nicolas questo ritrovamento «è una prova provata della divina provvidenza»; del resto, si sa che le vie del Signore sono infinite e possono passare anche per le pagine di un comic. Che poi, però, l’albo sarà effettivamente restituito al legittimo proprietario è tutto da discutere perché Cage, a suo tempo, aveva accettato un risarcimento assicurativo dopo il furto. La sua passione per i fumetti, del resto, è nota tra gli appassionati di cinema, al punto che il suo nome d’arte si deve a Luke Cage, un personaggio della Marvel. La stessa sorte è toccata al figlio, che Nicolas Cage ha deciso di chiamare Kal-El, il nome kriptoniano di Superman. Quando si dice la mania.
Questo non gli ha impedito, però, nel 2002, di mettere all’asta la sua preziosa collezione di fumetti; ben 400 lotti che gli hanno fatto incassare oltre 1,6 milioni di dollari, dei quali solo 121mila dollari ottenuti per il numero 38 di «Detective» uscito nel 1940, che presentava l’esordio di Robin al fianco di Batman. Non doveva liberare la cantina ma sistemare un pochino il suo conto in banca. Il nipote di Francis Ford Coppola, infatti, è famoso anche per i suoi problemi finanziari con il fisco che si aggiungono ad investimenti finiti male che lo hanno spinto sull’orlo della bancarotta (ha fatto causa per 20 milioni di dollari al vecchio gestore del suo patrimonio per scelte azzardate). Non che si sia mai fatto mancare niente. Una volta, il sito americano The Daily Beast si è preso la briga di ricostruire tutti i suoi acquisti più originali, una lista dove compaiono, tra gli altri, la Lamborghini che apparteneva allo Scià di Persia, castelli, automobili e moto d’epoca, jet, isole private, la collezione di fumetti da un milione di dollari, gioielli per le sue numerose fiamme, un teschio di dinosauro, due cobra reali e, dulcis in fundo, una piramide al cimitero di New Orleans dove si farà tumulare.

Un dare-avere perché per ottemperare ai debiti contratti è stato costretto a metter in vendita, ad esempio, la sua bellissima villa di Bel-Air (dopo quelle di New Orleans) famosa per piscina, cinema, trenino elettrico sul soffitto e affreschi dedicati, neanche a dirlo, ai fumetti.

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