Dalle alture di Camogli osservi il mare sconfinato è ti accorgi che è deserto. Lo sguardo spazia a perdita d'occhio, ma su nessun particolare può soffermarsi l'attenzione, solo un traghetto ed un motoscafo attraversano silenziosi il golfo, oggi è un altro giorno di sciopero, i pescatori anima della nostra terra si sono fermati. Fermati per questione di sopravvivenza. Uniti allo sciopero dei pescatori di tutta Europa, Spagna, Portogallo, Francia e nel nord la Danimarca.
E stamattina nel porticciolo di Camogli una nutrita delegazione di pescatori della vicina Santa Margherita, circa una sessantina di lavoratori, sono intervenuti a vigilare che nessun peschereccio uscisse per il mare, lo sciopero va affrontato uniti, dicevano, e come al mercato del pesce di Genova hanno impedito ai grossisti di smistare il pescato, anche a Camogli, giunta voce di una probabile non collaborazione, si sono recati compatti per accertare che anche i colleghi del Golfo Paradiso fossero solidali alla lotta comune.
Il caro gasolio, aumentato esponenzialmente nell'ultimo anno, va a rendere insostenibile il lavoro in un settore profondamente in crisi a livello europeo, il pesce è diminuito, i costi di gestione aumentati del 200 per cento, l'attività non permette più di lavoratori di arrivare alla fatidica fine del mese.
Lo sciopero prosegue, la serrata è integrale a livello italiano, in attesa del appuntamento con gli uffici tecnici della Commissione di Bruxelles.
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