Si può ancora raccontare Pier Paolo Pasolini con leggerezza, attraverso le sue parole e il suo amore per la Parola, alta e popolare? Si può ricordare questo artista, grazie alle sue passioni e al di là della letteratura, del cinema e del teatro: recuperando e restituendo al pubblico la modernità e la musicalità dei suoi versi, in particolare quelli composti in forma di canzone? Secondo Nuccio Siano e Aisha Cerami la risposta è affermativa, visto soprattutto lattualità del suo messaggio.
Le voci di Aisha Cerami e Nuccio Siano si fanno così interpreti delle canzoni pasoliniane questa sera al teatro Valle (ore 18). La regia di questo spettacolo celebrativo è affidata allo stesso Siano, mentre gli arrangiamenti sono firmati da Roberto Marino. Loccasione, ovviamente, è il trentennale della morte di Pasolini. Uno spettacolo diverso e compiuto, con la musica eseguita dal vivo a far da complemento alle parole e da contrappunto alle immagini proiettate sul fondo.
Sempre attento alla cultura popolare Pasolini non ebbe mai una concreta occasione per cimentarsi con il linguaggio musicale della canzone. «Non vedo perché sia la musica che le parole delle canzonette non dovrebbero essere più belle - scriveva il regista-scrittore in un suo intervento sulla rivista Avanguardia nel 1956 - Un intervento di un poeta colto e magari raffinato non avrebbe niente di illecito. Anzi la sua opera sarebbe sollecitabile e raccomandabile. Personalmente non mi è mai capitato di scrivere versi per canzoni... non mi si è presentata l'occasione... credo che mi interesserebbe e mi divertirebbe applicare dei versi ad una bella musica, tango o samba che sia». Di lì a poco, sarebbero nate Macrì Teresa detta Pazzia, Valzer della toppa e Cristo al Mandrione, canzoni in romanesco interpretate da Laura Betti.
A seguire, negli anni '60, sarà la volta di Cosa sono le nuvole o Il soldato di Napoleone e di molti altri brani, messi in musica da compositori come Umiliani, Piccioni, Modugno, Endrigo.
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