E cinque. Balotelli ancora a casa Mou e squadra vogliono le scuse

Gelo con tutti durante l’allenamento: contro la Roma non ci sarà. Il suo manager Raiola: "Sarei rimasto stupito se l’avesse convocato...". E contro l'Armata Inter Ranieri più che a Totti si affida ai suoi 007

E cinque. Balotelli ancora a casa  
Mou e squadra vogliono le scuse

Quinto rimbalzo dopo Catania, Chelsea, Palermo e Livorno. Balotelli non è partito neppure per Roma dove sul tardi di questo pomeriggio l’Inter gioca a calcio: «Lui no - risponde Mino Raiola, il suo procuratore -. E Mario non è affatto contento di questo, lui sogna di giocare. Ma io sarei rimasto sorpreso del contrario, una sua convocazione mi avrebbe stupito».

Resta il gelo, nessun faccia a faccia in mezzo al campo fra lui e Josè. E la dichiarazione di Raiola lascia intuire che non ci sia stato neppure all’interno dello spogliatoio e neppure nell’ufficio dell’allenatore: «Su questo argomento so e non so. E anche se sapessi qualcosa non lo diffonderei pubblicamente essendo una cosa privata. Mario non è stato convocato da Mourinho, ma lui non ci deve spiegazioni, lui ha responsabilità verso la società, è pagato per questo». Un chiarimento ci sarà solo nel caso Balotelli venisse convocato, fa sapere l’Inter, e verrà convocato solo dopo essersi scusato. Difficile scoprire dove sia l’uscita, giovedì ci ha provato anche Gabriele Oriali, quattro battute poi ognuno è andato per la sua strada. Mario non c’è, per gli amici che a lui tengono una cifra è più importante sapere cosa farà durante Roma-Inter piuttosto del risultato di Roma-Inter. Quello che Mario non riesce a capire è che ora chi si schiera con lui, in realtà si schiera contro la società. Usato.

Intanto è sempre più lontano e non gli passa neppure per l’anticamera del cervello di abbassare la testa, anche ieri dialogo all’osso con i compagni durante l’allenamento, il primo a lasciare Appiano Gentile. Non ha esultato al gol di Eto’o contro il Livorno. Non esulta neppure ai suoi. Ma a quello di Seedorf contro il Milan sembrava un ultrà, replicano i compagni di squadra. Difficile anche il rapporto con la tifoseria, appena mercoledì sera ha messo il muso fuori dai palchi di San Siro, è partito un coro tutto per lui, e non era di incitamento. Il presidente è sempre più infuriato ma tutti sanno che non è impossibile fargli cambiare idea, squadra e tifosi sono i due rapporti più difficili da ricomporre. Raiola non dice apertamente cosa ha consigliato a Mario, se gli ha chiesto o imposto di portare le sue scuse, perché sarà anche una questione di fine secolo questa delle scuse, ma tutto ci ruota attorno. Magari iniziando proprio dai compagni di squadra, invece anche le dichiarazioni di Ivan Cordoba non danno repliche: «Non è vero che non lo accettiamo. Ma se lui diventa un problema per la squadra, noi dobbiamo difenderci».
Situazione sempre più paradossale, non convocarlo sta diventando un modo per proteggerlo. Josè Mourinho, quando ancora ci concedeva l’onore di assistere a una sua conferenza, disse che Mario si sarebbe dovuto preoccupare quel giorno in cui lui non gli avrebbe più rivolto la parola. Quel giorno è arrivato. E l’Inter è abbastanza cresciuta in questi anni da aver capito le trappole dove sono e chi le ha seminate.

Ieri fra i rumors di piazza girava anche la minaccia di un esposto Fifa di Mino Raiola per mobbing nei confronti del giocatore. I presupposti ci sarebbero se: non si allenasse con la prima squadra, non gli venisse messo a disposizione un allenatore per un lavoro individuale, venisse escluso dalla riunione tattica, venisse mandato ad allenarsi a qualche chilometro da Appiano. Massimo Moratti nell’unica occasione in cui ha fornito una spiegazione tecnica sul caso, ha precisato: «Ci sono dei momenti in cui non si è in forma né di fisico, né di testa». La non convocazione di Mario è scelta tecnica, non disciplinare, non c’è alcuna inadempienza della società. Ce ne sarebbero invece sue nei confronti del regolamento interno, stilato in comunione fra società e calciatori.

Intanto ci sono sia Sneijder, Milito e Chivu, tutti convocati ma nessuna certezza sul loro impiego dal primo minuto, sicuri i rientri di Lucio e Samuel, Thiago Motta ha dato segnali importanti, Stankovic non dovrebbe star fuori in una partita così importante e Pandev contro la Roma è all’appuntamento della stagione.

Alla vigilia di una partita strategica per lo scudetto, Balotelli ha preso ancora troppo spazio, è una storia realmente sfinente, ma poi qualcuno ha mai detto a Mario che se dovesse chiedere scusa, amici come prima?
Mino Raiola se lo chiede. L’idea è che arriverebbero fuori tempo massimo.

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