E in città una vacanza «col botto»

Come trasformare un «non spazio» in un luogo pieno di pubblico e di attrattiva. Ovvero come piazzare un outlet sulle (pericolose) curve della Milano-Serravalle che attira migliaia di fanatici dello shopping ma che s’è anche inventato una manifestazione come Jazz Summer Nights Jazz Festival (cresciuta a grandi passi dopo la prima edizione, nel 2005, intitolata Serravalle Outlet In Jazz) con grandi nomi della scena internazionale. Non è a due passi, d’accordo, ma chi è costretto a stare in città potrà organizzare una piccola «fuga» unendo acquisti firmati (ci sono tutte le griffe più accattivanti) e buona musica. Buonissima anzi partendo domani alla grande con la voce flessibile e magica di Al Jarreau, capacee di divertire il pubblico con l’improvvisazione «scat»ma anche con il blues e con le poliritmie africane. Oggi ha 71 anni ma è frizzante come ai tempi in cui vinceva i referendum di Down Beat come miglior cantante jazz o entrava nelle classifiche con brani come Breakin’ Away. E si presenta sul palco con suo settetto tutto americano. Hanno suonato con Stefano Bollani, Petra Magoni (che canterà il 13 agosto con il contrabbasso di Ferruccio Spinetti), hanno affiancato Fiorello e in tv sono stati presenza fissa di programmi come Parla con me della Dandini. Jazz, suoni etnici, anarchia, calembour, sarcasmo sono gli ingredienti della musica della Banda Osiris, il cui show sarà anticipato da una nuova scoperta inglese (nata da un programma tv che ricorda un po’ il nostro Castrocaro) che incrocia jazz e blues e si chiama Alice Calloway. Lunedì varrebbe la pena di imboccare l’autostrada per ascoltare Luis Bavalov, un premio Oscar (per la musica de Il postino) che ha fatto la storia della canzone d’autore. Più facile citare i musicisti con cui non ha collaborato che quelli con cui ha suonato, senza parlare delle sue colonne sonore (da QUien Sabe a Milano Calibro 9 a La città delle donne di Fellini arrivando fino a Quentin Tarantino) e del suo lavoro di arrangiatore. Lunedì si esibisce insieme agli Archi dell’Orchestra Classica di Alessandria. Martedì superserata con Patrizio Fariselli al piano e alle tastiere, Paolo Tofani alla chitarra, Ares Tavolazzi al basso: il ritorno degli Area che non saranno proprio jazz ma che (con Demetrio Stratos) hanno cambiato i canoni della musica contemporanea e che ora si rinnovano per l’ennesima volta con la voce di Maria Pia De Vito. Se non vi basta doppia razione con Vito di Modugno, virtuoso dell’organo Hammond (di cui nel jazz fu re incontrastato Jimmy Smith) con ospite Fabrizio Bosso alla tromba.
Finora tutti grandi nomi, ma mercoledì si prosegue con una superstar della chitarra come Al Di Meola; appassionato di musica country, e soprattutto dell’inimitabile virtuosismo di Doc Watson, cambia strada quando Chick Corea lo coinvolge nei Return To Forever. Da allora ha colorito la sua musica con suoni folk, jazz, contemporanei sia da solo che in trio con Paco De Lucia e John McLaughlin, sia in altre innumerevoli combinazioni.

Manca il virtuoso della batteria? Giovedì arriva Omar Hakim, virtuoso che ha suonato persino con Miles Davis e i Dire Straits e che conosce tutti i segreti del «drumming» moderno, si presenta col Trio of Oz. Sabato il Gipsy Jazz dei Manoumanouche e il ritorno di Amalia Gré, gran voce sempre a cavallo tra jazz e canzone d’autore. Non male per un festival nato e cresciuto quasi per gioco.

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