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E il Der Spiegel fa infuriare l'ambasciatore a Berlino

Michele Vansise scrive all'autore dell'articolo: "Perché si tirano in ballo tutti gli italiani?"

E il Der Spiegel fa infuriare l'ambasciatore a Berlino

L'articolo del Der Spiegel intitolato "Omissione di soccorso all’italiana" è al centro di un vespaio di polemiche. Pubblicato il 23 gennaio, mette a paragone gli stereotipi culturali sfiorando il limite del razzismo: "Siamo sinceri: qualcuno si è meravigliato che il capitano coinvolto nella tragedia della Costa Concordia fosse italiano? Qualcuno riesce ad immaginare che un capitano tedesco o, meglio ancora, uno britannico avrebbero potuto compiere una tale manovra, comprensiva di omissione di soccorso?", si legge nell'attacco del pezzo firmato da Jan Fleischhauer.

Le polemiche, prima di approdare sulle pagine dei nostri quotidiani, hanno suscitato ire anche in Germania e tra i tanti immigrati italiani che proprio in Germania vivono e lavorano da generazioni. Al punto che l'ambasciatore italiano Michele Valensise si è sentito in dovere di replicare con una lettera pubblica in cui si dice "basito e adirato".

"Gli argomenti di quell’articolo sono per l’Italia tanto offensivi quanto infondati", spiega Valensise parlando di "affermazioni così volgari e banali. Nella lettera, (riportata integralmente e tradotta dal Fatto), l'ambasciatore accusa il giornalista di mettere sullo stesso piano "la responsabilità di un singolo individuo e quella di un intero popolo", solo per "una provocazione gratuita che io, anche in nome dei miei concittadini che hanno espresso il loro sdegno nei confronti dell’articolo, rispedisco al mittente".

"Perché in questa questione vengono tirati in ballo tutti gli italiani?", si chiede - giustamente - Valensise, ricordando che per uno Schettino (sulla cui colpevolezza si pronuncerà un giudice) c'erano "istituzioni e persone che hanno fatto del loro meglio per salvare vite umane e limitare i danni della tragedia".

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