E un derby si gioca anche sulla guida della Provincia

La partita del Genoa con l’Inter, per gli amici della tribuna vip, è stata una barzelletta. Dopo la disperazione, la sorpresa, la rabbia dopo il gollonzo subito da Eduardo, è arrivata l’ironia (che serve sempre ad attenuare i drammi) e non vi dico le battute che si sono sprecate. La più cinica e molto applaudita da tutta la cabina Rai, è stata di Emanuele Dotto: «Eduardo - ha bofonchiato - ma perché non va a scrivere commedie napoletane?». E ancora: «Il povero Eduo deve andare alla Guardia». Oppure: «Dovrebbe essere ingaggiato dalla Cuccarini per Paperissima». Altra battuta: «Il Genoa è il solito istituto di beneficenza!». Per concludere con un urlo bestiale arrivato proprio alle spalle di una bella signora dai capelli rossi (Bedy Moratti, un po’ silenziosa in verità per la vergogna di aver... rubato questa vittoria): «Ladra, Ladra»... Il che non era proprio esatto, visto che certi regali non si rifiutano mai. Disperato è apparso anche Fabio Fognini, campione (si fa per dire) che aveva manifestato alla vigilia grande ottimismo. Il più felice (non politicamente parlando) era Ignazio La Russa, interista doc che solo in questi «regali» cerca la felicità, non certo in quelli dei suoi amici o ex Granata e Briguglio. Curioso, in tema di rapporti politici, l’incontro fra Roberto Cassinelli (che dice di amare il Genoa, ma in verità è l’Inter che gli sta a cuore) con Alfredo Biondi, transfuga dal partito di Cassinelli. I due si sono incontrati nell’intervallo e si è avuta l’impressione che Roberto volesse dare una spintina al suo amico Alfredo, facendolo inciampare sugli scalini, come a dire: «Roberto stai davvero inciampando finendo nelle braccia di Fini...». Poi però i due si sono abbracciati.
Impietrito era Preziosi che alla fine ha detto fra le molte verità («Vergognoso il comportamento interista nel perdere tempo») una grande anticipazione: «Milito finirà la carriera al Genoa!». È stato un momento, unico della serata, esaltante e rassicurante.
Per il resto tutto normale nei giudizi: «È il solito Genoa, che ha nel suo Dna la sfortuna. Non c’è niente da fare!». Annotati il sorriso amaro della signora Gasperini (tirata su nel morale da qualche battuta spiritosa del «soggetto smarrito». Possa. Chi poteva essere più «smarrito» di lui?), i gesti sconsolati di Capozucca, di Donatelli, di Zarbano, di Mascia e delle belle ragazze che inondano la tribuna accanto ai loro fidanzatini rossoblù (l’altra sera hanno battuto, sul piano dello chic, le ragazze milanesi...).
Anche la sciarpa rossoblù del procuratore generale Francesco Lalla era molto dimessa. Qualcuno ha suggerito a Lalla: «Ma perché non mandi agli arresti domiciliari, Eduardo?». Cattivi davvero questi tifosi! Perché ricordiamo quante volte il portoghese ha salvato il risultato con le sue uscite tempestive e applaudite.

Un errore si può sempre commettere, ma sarebbe bastato che in avanti fosse arrivato un golletto... e tutto sarebbe stato risolto. Diceva un saggio: «Non criminalizziamo troppo il portiere, più che gli arresti domiciliari diamogli la libertà... vigilata. Almeno...».

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