Francesca Angeli
da Roma
I due contendenti sono pronti ai blocchi di partenza ma laccordo sulle regole non è ancora stato trovato. Romano Prodi vorrebbe impostare la trasmissione su binari molto rigidi in modo da evitare le improvvisazioni di Silvio Berlusconi che però mal sopporta lidea di farsi tarpare le ali dal suo avversario politico.
Come previsto le trattative per definire i termini del confronto televisivo tra il premier e il Professore procedono tutte in salita. Ieri si sono incontrati i due portavoce che hanno mandato pieno dai rispettivi leader, Paolo Bonaiuti per il capo del governo e Silvio Sircana per quello dellopposizione. Presenti anche il presidente della Rai, Claudio Petruccioli e il direttore generale Alfredo Meocci ma la riunione si è conclusa con un nulla di fatto.
Prodi ci tiene a sottolineare che non teme la competizione. «Io sono pronto anche stasera, non è un problema di preparazione - assicura -. Cè una discussione sulle regole che affrontiamo con la volontà di fare il confronto. Credo che i tempi della televisione, delle necessità tecniche, saranno facilmente armonizzati con la volontà dei due contendenti».
E infatti Sircana annuncia che ha «dato la totale disponibilità dellagenda di Romano Prodi al presidente della Rai Claudio Petruccioli, sia per lunedì 13 che per martedì 14 marzo, per svolgere il confronto televisivo con Silvio Berlusconi». Una disponibilità che per il momento resta del tutto virtuale visto che nessuna decisione è scaturita dal primo incontro tra i portavoce. Neppure una data. Lincertezza è tale che a Bologna i collaboratori di Prodi hanno annullato un incontro previsto proprio per il 13 con le libere professioni nel timore di restare senza lospite donore impegnato, forse, a confrontarsi con Berlusconi.
Di questa disponibilità poi il premier ancora ieri sera non ne sapeva nulla. È lui stesso a rivelarlo durante il confronto con Diliberto in Matrix. «Finora Prodi non ha fissato un appuntamento per lincontro e non mi risulta che ci possa essere un incontro lunedì». Più tardi Bonaiuti precisa: «A Berlusconi va bene anche martedì, è pronto a cambiare i suoi impegni. Noi siamo stati sempre disponibili». Berlusconi ha anche puntualizzato che le regole che gli vorrebbe imporre Prodi non gli piacciono.
«Non ci consentirebbero neppure di guardarci in faccia, saremmo costretti a guardare fissi le telecamere e fare in sostanza un semplice compitino», spiega il premier. In sostanza, lamenta Berlusconi, non ci sarebbe un vero contraddittorio ma quasi due monologhi.
I nodi da sciogliere dunque restano tutti sul tavolo. Quelli già noti: la scelta del conduttore, della scenografia, dei tempi per le risposte. E altri che fino ad ora sono rimasti più sullo sfondo. Anche se Berlusconi ha rinunciato alla conferenza stampa finale come capo del governo infatti resta in piedi, in base al regolamento della Vigilanza, la conferenza stampa appello alla quale ciascun gruppo parlamentare ha diritto. La Vigilanza ha stabilito che i gruppi vadano in tv in ordine crescente, ovvero sulla base della loro consistenza in Parlamento. Dunque lappello finale previsto per il 7 aprile spetterebbe comunque a Berlusconi come leader di Forza Italia. Il presidente della Vigilanza, Paolo Gentiloni della Margherita, aveva ipotizzato però un escamotage per favorire lopposizione e assegnare a Prodi lultima conferenza quale leader della lista dellUlivo. Lista presente alle prossime elezioni che unisce Ds e Margherita ed è dunque più consistente di Forza Italia. Ipotesi già bocciata dalla maggioranza che fa notare come nel Parlamento attuale il gruppo Uniti per lUlivo non esista neppure.
Intanto Bonaiuti e Sircana si incontreranno di nuovo oggi. Dovranno scegliere uno o forse due conduttori tra Bruno Vespa, Angela Buttiglione, Anna La Rosa o Giovanni Floris. Ma cè anche chi ritira fuori dallarmadio il nome di Albino Longhi, mitico ex direttore del Tg1 stimato da tutti che viene ripescato quando non si sa che pesci prendere.
E mentre i due portavoce discutono sulle luci, le telecamere e i tempi Petruccioli li supplica di far presto perché se non si fissano le date dei loro due faccia a faccia rischiano di bruciarsi gli altri appuntamenti televisivi elettorali.
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