da Roma
Impagabile Veltroni. Con tutti i grattacapi che tiene, specie alla voce Partito democratico, il sindaco trova il tempo per dire la sua sulla seconda Festa del cinema. La dichiarazione è in coda a un torrenziale comunicato relativo alle «prime anticipazioni della seconda edizione», consegnato ieri alle agenzie, esattamente a cinque giorni dall'inizio della 64ª Mostra veneziana. Dispetto o calcolo mediatico? Accadde anche l'anno scorso, e ne venne fuori un putiferio. Marco Müller lamentò la rottura di un gentlemen's agreement non scritto, accusando subito dopo la nascente kermesse romana di raccogliere gli «scarti» di Cannes e Venezia; Goffredo Bettini e Mario Sesti gridarono all'offesa gratuita esigendo scuse e modi più urbani. La cosa non finì lì. Il direttore della Mostra ribadì il concetto, chiedendo ai giornalisti: «Ditemi, per quanto tempo si può stare a sorridere quando uno sente parlare di film scippati a Venezia?». I romani alzarono il ramoscello d'ulivo, salvo poi, a conclusione della Festa, riattizzare la polemica in modi scomposti, nuovamente prendendo a pretesto il conteso The Black Dahlia di De Palma.
Sarà per questo che Veltroni si appella, in via preliminare, a «un rapporto positivo con gli altri festival italiani a cui auguriamo grande successo». Per spiegare subito dopo: «Già dalle prime opere che siamo in grado e abbiamo ritenuto opportuno annunciare, la Festa ha l'obiettivo di richiamare tanti spettatori e allo stesso tempo offrire una proposta di altissima qualità». Occhio a quella parolina: «opportuno». Eppure non ci voleva molto a capire che un simile comunicato, diffuso mentre la Mostra scalda i motori, avrebbe urtato la sensibilità veneziana e rilanciato la chiacchiera, tutt'altro che infondata, sulla rivalità permanente tra i due festival. Alla faccia del ministro Rutelli, il quale raccomanda di «fare sistema», di non pestarsi i piedi, di metter a fuoco identità diverse. Vabbè.
Di sicuro la nuova ondata di anticipazioni romane, più per la tempistica che per la sostanza, non è piaciuta a Müller e Croff. Ma, rispetto all'anno scorso, s'è deciso di non rispondere, per evitare nuove tensioni. Il direttore non parla, chiuso in casa a scrivere un articolo. Alla Biennale però se l'aspettavano: «Nessuna sorpresa per un gesto che si commenta da solo». Altra voce ufficiosa: «Se l'obiettivo è di darci fastidio, ne prendiamo atto. Ma sono loro a fare una brutta figura. Noi risponderemo con i nostri film».
E i film della Festa? Il comunicato conferma, in buona misura, quanto si sapeva: Francis Ford Coppola porta in anteprima mondiale l'atteso Youth Without Youth tratto da un racconto di Mircea Eliade, Cate Blanchett torna nel ruolo della regina Elisabetta in The Golden Age, Silvio Soldini presenta I giorni e le nuvole con la coppia Buy-Albanese, Dario Argento La terza madre, Franco Battiato Niente è come prima, Alain Corneau apre il concorso con La deuxième souffle, starring Monica Bellucci e Daniel Auteuil, Hector Babenco firma la commedia sentimentale El Pasado, l'ottantenne Sidney Lumet sfodera il nuovo Before the Devil Knows You Are Dead. Conferenza stampa ufficiale: il 27 settembre. Quindi tra un mese. Ma, a quanto pare, urgeva anticipare.
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