Nostro inviato a New York
L'ascensore sale: 29, 30, 40. Di botto ecco il piano 54. L'ultimo. Forse l'hanno fatto apposta: New York City da quassù sembra una medusa. La loro. Sotto c'è la città, sopra il mondo. Per arrivare a questo party in tempo c'è chi ha preso un volo da Bangkok in fretta e chi è partito dall'Italia undici ore prima. Perché qui bisogna esserci. Allora l'ultima che arriva è la festeggiata, Donatella Versace. Santo, il fratello, è già qui e si gode la vista nell'attico del One Beacon Court, un palazzo a semicerchio che si apre verso il cielo all'altezza della 58ª strada. Siamo al centro di Manhattan e forse anche al centro della Terra. Chi viene qui viene a trovare un'amica, Donatella, oppure viene perché è un evento vero. Ecco perché Santo pensa che hanno fatto un bel lavoro: volevano stupire. Fatto. Entra Naomi Campbell e s'affaccia per guardare Manhattan e le sue luci. Poi Milla Jovovich, uguale. E Benicio Del Toro anche. I Versace hanno colpito. Riparte da qui la rincorsa. L'assalto.
In questo party da film non ci si può sbagliare di fronte a Cindy Crawford. Quest'anno tocca i quaranta ed è identica a quindici anni fa. E poi è un'istituzione: appare quando c'è già troppa gente, ma chiunque la veda le corre incontro per salutarla. Lei guarda, osserva, chiacchiera. Qui si conoscono tutti: si sorride. Sembrano celebrità anche quelli che non lo sono. Lo è, invece, Naomi che paga lo stesso dazio degli altri: quando vede Cindy passa a riverire l'ex collega. S'erano già viste prima, al cocktail che Donatella Versace ha organizzato per la re-inaugurazione del negozio su Fifth Avenue. Lì era arrivata per prima Christie Turlington, anche lei è identica a prima. Ha abbandonato le sfilate nel 1994 e si è convertita allo yoga. Ovviamente non ha trascurato di continuare a fare la testimonial per famose maison di moda, ha incassato 8,5 milioni di dollari grazie alle intese con Maybelline, Calvin Klein e Luis Vuitton e la sua nuova linea di cosmetici Sudari.
Lì, nel negozio, Santo le ha chiamate tutte e tre: Cindy, Christie e Naomi. Loro tre una vicina all'altra con pochi convenevoli e molto salotto, al piano terra un'altra sfilata di star. Ecco Rupert Everett, tallonato da mille ragazze, ma con l'aria di chi è poco interessato. Dietro di lui Kate Hudson. Cercano Donatella, lei li aspetta, li bacia e si lascia fotografare con loro. Arrivano alla spicciolata, uno alla volta, in modo che nessuno oscuri l'altro. Quando succede è una mezza tragedia. È Paris Hilton forse poteva capitare solo a lei. Sono le 20.30 e dentro ci sono un centinaio di fotografi, una quindicina di troupe televisive. Arriva una limousine: scende una ragazza non molto alta. Mille flash, il microfono piazzato sotto: Jennifer come va? «È una serata fantastica, grazie». Entra abbagliata da altri flash. Donatella Versace le si avvicina e cominciano a sorridere. Arriva e Paris non fa bene i conti. Esce anche lei da una limousine, la scortano in tre, lei con gli occhiali da sole alle otto della sera viene spinta nel negozio e guarda di fronte a sé una nuvola di persone. Tutte impazziti per la Crawford, tutti intorno a Jlo. E lei? Niente. Si avvicina solo una cronista di una radio: la Hilton la respinge. Guarda i suoi energumeni e fa marcia indietro. Seccata.
Perde, Paris. Stesa dalla popolarità della Lopez e dalla sua permalosità. Poi perde di nuovo, cinque minuti dopo, quando entra Ivanka Trump che con Paris condivide la fortuna di non dover mai lavorare nella vita. Arriva e saluta il mondo intero. Due a zero. La Trump è presente anche nell'attico del grattacielo che ospita la festa. Solo che è l'unica a non rimanere stupita: vive all'80º piano di un palazzo qualche metro più in là. Nicholas Cage la saluta da lontano tenendo per la mano la sua nuova compagna. Accanto a lui, Benicio Del Toro rende omaggio a Donatella Versace. Si alza il volume. Ecco la musica, Renzo Rosso saluta Santo Versace e se ne va: «Domani ho la mia sfilata».
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