E il film scandalo va in parrocchia nel giorno del Signore

Non c'è scandalo, anche la valutazione pastorale della Cei assolve il film, nonostante la situazione morbosetta. Eppure, lì per lì, ci pensi. Al Gabbiano di Senigallia, ex cinema-oratorio Sacrocuore tuttora gestito dai preti, per la precisione da Don Gesualdo Purziani, da sabato danno Irina Palm. Sì, il film con Marianne Faithfull, ex ragazza perduta della swingin' London, la sister Morphine, nei panni di una nonna premurosa e fiera che per far curare il nipotino gravemente malato si mette a lavorare in un locale porno di Soho. Il talento di Maggie lo conoscete: mani morbide e avvolgenti, ideali per masturbare i clienti che introducono il coso in un buco ignorando che dall'altra parte siede una vedova tutta tè e voce trattenuta. Col nome d'arte di Irina Palm, la sessantenne diventa una vedette del genere, la più richiesta, e quasi ringiovanisce nel confronto col padrone del club; ma se da un lato troverà i soldi necessari a curare il nipote, dall'altro finirà nel mirino delle amiche benpensanti e del figlio depresso.
Giorno di Natale, spettacolo delle 18.30. In sala A proiettano Caramel, commedia libanese al femminile; nella B, appunto, Irina Palm. Da anni Il Gabbiano è diventato una piccola trincea del cinema d'autore, dove passano i film targati Mikado, Lucky Red, Bim, Teodora (gli altri, quelli da grande pubblico, si vedono al multiplex). Entro incuriosito, per vedere la commedia di cui tutti parlano e osservare il pubblico festivo. Sedute dietro di me, cinque arzille vecchiette, ben vestite, tutte reduci dal pranzo natalizio, conoscono perfettamente la storia di Irina. Anzi, con sapida ironia ma senza doppia sensi, pregustano l'inizio del film.

Sanno che la donna, dimessa e malinconica sullo schermo, fu in gioventù una rockstar alquanto disinibita; rimpiangono di non essere andata ad ascoltarla pochi mesi prima al teatro La Fenice, 300 metri in linea d'aria. Sorridono, si commuovono, fanno il tifo per lei. All'uscita è tutto un parlare del «gomito del seghista», malattia professionale.

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