E alla fine Pericu si converte: «Sì al federalismo, no all’Ici»

Alla Conferenza strategica il sindaco «ruba» i programmi del centrodestra

Federalismo fiscale subito, per consentire ai grandi Comuni, e a quello di Genova in particolare, la dotazione di risorse indispensabili a far fronte alle crescenti responsabilità organizzative e agli investimenti per lo sviluppo: a fare questo appello, ieri nel Salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, non è stato il «solito» leader del centrodestra e, in particolare, il rappresentante più intransigente del Carroccio, ma il sindaco di sinistra doc, Giuseppe Pericu, in occasione dell’apertura della Conferenza strategica promossa da Palazzo Tursi. Un allineamento palese, insomma, alle tesi del «bieco» governo Berlusconi, tanto più sorprendente in quanto pronunciato da voce autorevolissima in campo nazionale alla vigilia del referendum sulla riforma costituzionale che prevede il decentramento di alcune funzioni essenziali dallo Stato alla periferia. Era stata proprio questa riforma di stampo federalista a creare scandalo nelle file dell’ex opposizione, ora divenuta maggioranza legale (non reale) nel Paese. E non s’era persa occasione, anche da parte di esponenti locali della sinistra, per parlare della legge in termini di attentato alla Costituzione e alla stessa democrazia. Sono bastate invece poche settimane, e forse anche l’euforia per un successo che sembrava una formalità, ma rischia di rivelarsi una vittoria di Pirro, per far cambiare opinione ai più convinti sostenitori del centrosinistra. Non solo per quanto riguarda il federalismo: ieri Pericu si è anche dedicato alla critica feroce dell’Ici, l’«imposta più iniqua del mondo» che va a colpire la proprietà della casa. «Alcune tasse come l’Ici - ha sostenuto il sindaco - così come sono strutturate adesso, sono ingiuste. Anche in questo settore occorrerebbe una riforma». Parole sante, salvo ricordare come fosse stato accolto, da parte della sinistra, in piena campagna elettorale, l’impegno esplicito assunto da Silvio Berlusconi e fatto proprio dal centrodestra a favore dell’abolizione del balzello sulla casa di proprietà. Su questa lunghezza d’onda, la Conferenza strategica voluta dal vertice di Tursi per celebrare i successi (quali, quanti?) dell’amministrazione ha vissuto i momenti più significativi e, per un certo verso, originali. Il resto è vissuto sulla santificazione laica dell’era-Pericu, ormai giunta all’ultima fase: qualità della vita, benessere, sviluppo di Genova, «con la consapevolezza - dicono loro - che è stato tracciato un solco fondamentale per il rinnovamento della città».

Una città definita, in vari autorevoli interventi, «anglosassone, duttile nelle relazioni con i vari livelli istituzionali e nei rapporti fra pubblico e privato, polifunzionale e creativa, attenta alle esigenze del sociale, orientata verso l’innovazione tecnologica e la ricerca, capace di specchiarsi nello slogan pensare in grande». A qualcuno è venuto il dubbio che parlassero di un film.

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