E il fornitore si inventa costruttore di auto

ColoniaSi chiama ie:3 la concept car che Johnson Controls, gigante della componentistica mondiale, presenterà al Salone dell’auto di Francoforte a metà settembre. I concept dei costruttori e dei carrozzieri, alle rassegne internazionali dell’auto, sono di casa, ma è assai raro che sia un «fornitore» a presentarne uno, anche se questo ha le dimensioni della JC che nel 2010, con l’automotive, ha fatturato 16,6 miliardi di dollari. Sembra quasi che il gruppo di Milwaukee, impegnato anche nella climatizzazione degli edifici (12,8 miliardi di ricavi) e nella produzione di accumulatori (4,9 miliardi) con un forza lavoro di 154mila addetti in 150 Paesi, voglia dimostrare di avere la competenza per costruire da solo un’auto completa che, in questo caso, è una compatta del segmento B, ad alimentazione elettrica con batterie a ioni di litio di nuovo disegno alloggiate sotto il pavimento della vettura.
La ie:3 (le lettere stanno per inspired efficiency) può anche essere letta come una show-room su quattro ruote nella quale il cliente può scegliere una o più soluzioni per i modelli di cui sta avviando la progettazione perché tutti i dispositivi montati sulla concept car, compreso il modernissimo Hmi che ottimizza il rapporto uomo-macchina, sono pronti per essere montati su vetture di Model Year 2015.
In questo modo il fornitore si trasforma in partner: il legame con la casa inizia e viene sviluppato dalla filiale del Paese dove ha sede il costruttore e la collaborazione continua fino all’eventuale realizzazione di un impianto produttivo vicino alla fabbrica dove viene costruito il modello, anche se si trova in un’altra nazione. JC è partner di gran parte delle case automobilistiche, generaliste come Fiat, o premium come Mercedes-Benz e Bmw. In Italia il cliente è ovviamente il gruppo Fiat e a Grugliasco, circa 10 anni fa, Johnson Controls ha quindi aperto la sede da cui dipendono oggi quattro stabilimenti nella Penisola e anche due siti in Polonia e Slovacchia per fornire pannelli e sedili alle Fiat polacche di Tychy, prima la Panda e poi la 500.


«Oggi la sfida, per JC Italia, è quella di seguire il processo di internazionalizzazione del gruppo Fiat-Chrysler - precisa l’amministratore delegato Marzio Raveggi - a cominciare dalla Serbia, dove siamo già pronti a costruire le parti per la L-0, prodotta a Kragujevac, e ci stiamo muovendo in India, dove siamo già partner anche di Tata, e in Cina con una joint-venture a Guangzhou per essere vicini al gruppo torinese».

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