E la gauche francese «spara» su Sarkozy

da Parigi

È riesploso come una bomba in Francia il «caso Battisti», a seguito del ruolo che gli inquirenti transalpini hanno avuto nella cattura, domenica in Brasile, dell’ex terrorista italiano, condannato con sentenza definitiva a due ergastoli in quanto riconosciuto colpevole di quattro omicidi. Il quotidiano di sinistra «Libération» dedica quasi per intero la sua prima pagina a questa vicenda, affermando che Cesare Battisti costituisce «il bottino elettorale» del ministro dell’Interno Nicolas Sarkozy. Quest’ultimo sta per lasciare la propria carica governativa allo scopo di consacrarsi interamente alla campagna elettorale in vista delle presidenziali in calendario per il 22 aprile e per il 6 maggio. La dimostrazione d’efficienza fornita dalla polizia francese - in collaborazione con quelle di Italia e Brasile - costituisce per lui un successo evidente e irrita al massimo grado i partiti che sostengono i suoi rivali in vista dell’imminente consultazione.
L’offensiva filo-Battisti di «Libération», quotidiano il cui secondo azionista è l’editore italiano Caracciolo, coincide con l’atteggiamento di vari intellettuali parigini, che nell’ex capo dei Pac (Proletari armati per il comunismo) vedono un innocente, una vittima, un perseguitato e persino un esempio. «Battisti, vittima del candidato Sarkozy», è il titolo con cui «Libération» apre la sua seconda pagina. Nel 2004 Cesare Battisti venne in un primo tempo arrestato nel contesto della richiesta d’estradizione presentata dalle autorità italiane. In prigione fu oggetto della visita del segretario generale del Partito socialista, François Hollande, compagno dell’attuale candidata socialista all’Eliseo Ségolène Royal. L’amministrazione comunale di Parigi, città gemellata con Roma, espresse in tutti i modi il proprio sostegno all’ex terrorista italiano. In alcuni casi le amministrazioni locali rette da socialisti e comunisti francesi esposero gigantografie di Battisti, come se fosse un eroe della lotta per la libertà. Di qui l’imbarazzo attuale del Partito socialista transalpino. «Questa vicenda è una trappola per la sinistra francese, costretta a tener conto delle proprie posizioni passate», scrive il quotidiano «Le Monde» nel proprio editoriale.
Anche il candidato centrista François Bayrou, considerato vicino a Romano Prodi, è parso triste per l’arresto di Battisti e ha lanciato un grido di protesta, chiedendo che la giustizia italiana lo giudichi nuovamente. Bayrou ignora il fatto che in Italia il processo in contumacia prevede tutte le garanzie per la difesa per cui non viene celebrato nuovamente dopo l’arresto dell’imputato.

Il portavoce del Partito socialista Julian Dray ha protestato a sua volta contro il fatto che Battisti - che fuggì prima del suo processo in Italia e che nel 2004 lasciò clandestinamente la Francia per evitare l’estradizione - non sia destinato a essere nuovamente giudicato dopo la sua presumibile estradizione dal Brasile all’Italia.

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