E Gomorra finisce in rosso dopo il blitz contro i Casalesi

Casal di Principe (Caserta)Beni per 700 milioni di euro sono stati sequestrati al clan dei Casalesi, la cosca più potente della Campania. Un colpo durissimo per gli affiliati alla banda di Casal di Principe, capeggiata da Francesco Schiavone, detto «Sandokan», in cella (41 bis) da 12 anni, e dai superlatitanti Michele Zagaria e Antonio Iovine. Duecento tra agenti Dia di Napoli e carabinieri del Comando provinciale di Caserta, hanno eseguito il decreto di sequestro ordinato dalla Sezione Misure di prevenzione presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta).
L'eccezionalità dell'evento ha fatto esultare i palazzi delle istituzioni e della politica. Il presidente Napolitano ha parlato di «segno tangibile dell'impegno e della professionalità» con la quale magistratura e forze di polizia stanno conducendo l'attività di contrasto alle organizzazioni mafiose utilizzando al meglio le opportunità offerte da recenti e incisive misure normative». Il capo dello Stato ha fatto riferimento all'art. 10 della legge del 24 luglio del 2008 che consente allo Stato di riappropriarsi di beni ereditati da affiliati alla camorra. Gli eredi in questione sono la moglie ed i 6 figli di Dante Passerelli, morto a novembre del 2004 e ritenuto dagli inquirenti della Direzione distrettuale antimafia di Napoli (coordinata dal procuratore Giovandomenico Lepore e dall'aggiunto Federico Cafiero de Raho) il reinvestitore dei capitali illeciti accumulati dai Casalesi. Tra i beni sequestrati anche la ex Cirio poi trasformata in azienda agricola, fabbricati, complessi edilizi superlussuosi ancora in costruzione, terreni, centinaia di auto.


Esprimono soddisfazione per «la più grande operazione antimafia nella storia della Repubblica italiana» il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, e il premier Berlusconi, che ha rivolto un elogio alle «forze dell'ordine ed ai magistrati impegnati nella lotta al crimine organizzato».

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