E i consiglieri di Forza Italia «candidano» Baldi

Spunta il nome di Michele Baldi come possibile candidato sindaco della Casa delle Libertà nelle ormai scontate elezioni amministrative che dovranno chiarire il futuro di Roma nel dopo-Veltroni. Ed è una scelta, quella espressa ieri dai consiglieri del gruppo di Forza Italia in aula Giulio Cesare, nel senso di una discontinuità forte con l’amministrazione al tramonto. «Veltroni per interessi personali abbandona Roma e rinnega il mandato di sindaco», dicono Davide Bordoni, Fabio De Lillo, Pasquale De Luca, Marco Pomarici e Giovanni Quarzo. E quindi perché non puntare su doti come «il quotidiano impegno sul territorio, il consenso e la fiducia della gente, la capacità di amministrare e l’amore sincero per la città»? Aspetti che nel totocandidato per il Campidoglio sembrano diventati «secondari e trascurabili rispetto a ruoli, spesso derivanti da vecchie posizioni di rendita, o qualità frutto solo di immagine e di apparenza più che di sostanza».
Insomma Baldi potrebbe non solo riconsegnare Roma al centrodestra, ma anche «recuperare la tanta indifferenza e sfiducia nei confronti della politica». E quella espressa ieri dai consiglieri comunali azzurri è qualcosa di più di una semplice proposta. Il nome di Baldi è già sulle scrivanie di Silvio Berlusconi e del coordinatore regionale e cittadino Francesco Giro. Il quale da un lato accelera («il nome di Michele Baldi è senz’altro prestigioso nella nostra città e la sua disponibilità a candidarsi è un contributo importante») dall’altro frena («la sua candidatura verrà sottoposta all’attenzione dei nostri alleati, con i quali è necessaria una piena condivisione delle nostre decisioni»).
Per ora, però, i soli consensi arrivano dall’interno di Forza Italia. «Candidare Baldi a sindaco di Roma sarebbe una scelta coraggiosa ma, soprattutto, adeguata. In undici anni ha sempre interpretato i suoi mandati come un vero e proprio atto d’amore nei confronti di Roma e al servizio dei cittadini», dice Gianni Sammarco, consigliere regionale di Forza Italia. Di «carta da giocare» parla Alfredo Antoniozzi, eurodeputato azzurro, che ricorda come «i nomi eclatanti del passato hanno dimostrato che non basta essere leader nazionali per ben amministrare una città. Roma ha bisogno di un sindaco che dalla mattina alla sera come prima sentinella sul territorio sia interlocutore costante, non solo dei grandi temi dello sviluppo ma dei microproblemi quotidiani che fanno la vita dei cittadini».
E il diretto interessato? Non si tira certo indietro. Anzi, non aspetta altro. «Certamente, a fronte dei tanti che, rispetto a una eventuale candidatura a sindaco di Roma hanno detto “per carità di Dio”, io dico semplicemente “Dio lo volesse” - dice Baldi -. Sarebbe il massimo per chi ama Roma in maniera talmente viscerale che mai la abbandonerebbe per nessun tipo di interesse personale».


L’unico segnale dal centrosinistra arriva con una punturina ironica di Enzo Foschi (Pd), che riferendosi alle simpatie giallorosse di Baldi parla di lui come «romanista da tribuna autorità». «Foschi ha perso un’altra occasione per tacere - ribatte Giro .- Non sono forse romanisti da tribuna autorità anche D’Alema, Rizzo e Cento, tutti amici e compagni di strada dell’amico Foschi?».

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