E i gay bussano a casa sua: vogliamo i Pacs

Bologna. Non erano in tanti, una cinquantina, ma erano molto arrabbiati, stando al tono degli striscioni: «L’Unione... di chi?», «Vi siete rimangiati la parola. Vergogna», e poi «Berlusconi ci ha lasciato in mutande, l’Unione ha inc... i Pacs». Il tema del sit-in ieri in piazza Nettuno a Bologna, organizzato da Arcigay e Arcilesbica, era l’assenza di una versione precisa dei Pacs (Patti di convivenza civile) nel programma dell’Unione. I manifestanti sono andati anche a suonare a casa di Romano Prodi: c’era la signora Flavia, che si è affacciata alla finestra ma non ha raccolto l’invito di un tè tutti insieme. In piazza anche il deputato dei Ds Franco Grillini, padre del testo di legge sui Pacs: «Facciamo queste manifestazioni perché vogliamo ci sia una parola chiara - ha detto rivolgendosi agli alleati di centro - le risposte ce le deve dare Rutelli e ce le deve dare Mastella. La questione dei Pacs non è solo delle coppie omosessuali, ma ormai è un elemento forte di identità dell’insieme della cultura laica di sinistra».

Il movimento gay-lesbico (10mila iscritti), non si accontenterà di una versione annacquata dei Patti: «C’è tempo fino al 24 febbraio, la data ultima per la presentazione del programma» ricorda Sergio Lo Giudice, presidente di Arcigay nazionale.

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