Politica

E i pediatri riabilitano il grembiulino

Per 7 medici su 10 è un valido strumento per bloccare il propagarsi dei virus

da Milano

Il «grembiulino» degli alunni non risente dei segni del tempo e continua a fare proseliti. Almeno tra i pediatri italiani che si dichiarano favorevoli alla sua adozione. Il 76,5%, infatti, sostiene che il grembiule non debba essere abolito ma vada indossato tra i banchi di scuola. A rivelarlo un'indagine condotta dal pediatra Italo Farnetani, docente all'università di Milano, nel corso del 28° Congresso europeo di pediatria a Madonna di Campiglio e descritta alla vigilia del ritorno degli studenti in classe.
Grembiulino sì, dunque, ma con innegabili differenze tra un'area e l'altra del Paese. Al Nord Ovest, in particolare, i pediatri sono favorevoli alla sua adozione soprattutto per una questione di igiene. Aspetto fondamentale, questo, anche nel Sud e nelle Isole del Belpaese, un po’ trascurato, invece, in Centro e nel Nord Est della Penisola.
«Molte malattie infettive - spiega Farnetani all'Adnkronos - si trasmettono non solo attraverso le vie respiratorie ma anche mediante le secrezioni. Queste, infatti, veicolano i virus e finiscono per essere responsabili di raffreddori, infezioni intestinali, congiuntiviti, diarrea e altri “guai” per i piccoli. I bambini, si sa, sono soliti pulirsi le mani anche su ciò che hanno addosso, e così il contagio è in agguato. Non solo tra i banchi di scuola, ma anche a casa, poiché gli agenti infettivi “viaggiano” fino ad arrivare tra le mura domestiche». «Ecco dunque - prosegue il pediatra - che il grembiulino diventa una sorta di barriera. Una volta giunto a casa finisce nel cesto dei panni sporchi e si stronca così il viaggio degli agenti infettivi». Ma ci sono altri motivi per cui il grembiule raccoglie il favore dei «camici bianchi».
«Gettonata», soprattutto nel Meridione, la questione economica. Ovvero il grembiule diventa un mezzo per «mimetizzare» differenze, nascondendo griffe e marche che mancano su magliette e jeans dei piccoli meno abbienti.
«Al Nord questo aspetto si avverte meno - puntualizza Farnetani - ma nel Centro Sud e nelle Isole è sostenuta dall'83% dei pediatri».
Non mancano, poi, gli «scettici» del grembiulino, tra cui a sorpresa si colloca lo stesso Farnetani. Seppur minoranza - rappresentano il 23,5% dei pediatri - dicono «no» all'omologazione tra i banchi di scuola. E si dividono in due gruppi: quelli che lo percepiscono sostanzialmente come una «divisa», presenti soprattutto nel Settentrione, e quelli che invece sono preoccupati dalla «discontinuità» che il grembiule introduce nel passaggio da casa a scuola. In un «target», assicurano, particolarmente abitudinario, qual è quello dei bambini.
«Per i piccoli - precisa Farnetani - è molto importante la continuità. Indossare il grembiule vuol dire rimarcare ancor più la differenza tra casa e scuola.

Un aspetto psicopedagogico che reputo fondamentale e che dovrebbe indurre ad abolirne l'adozione».

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