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E i «wargames» tra Usa e Iran sono già iniziati

Andrea Nativi

Satelliti da osservazione e da spionaggio elettronico, centri di ascolto, unità navali, aerei, ma anche agenti operativi. Un attacco all'Iran sarà anche una eventualità remota, ma gli Stati Uniti stanno già combattendo una battaglia, invisibile, contro l'Iran, quella delle informazioni. Washington infatti ha bisogno di una infinità di informazioni per decidere il proprio approccio nella crisi nucleare con Teheran e al momento i decisori non sono soddisfatti di quanto è stato raccolto. Questa insoddisfazione è diventata pubblica dopo le critiche giunte dal comitato parlamentare sui servizi di sicurezza dalla Camera. Il fatto che l'Iran abbia bisogno di ancora di 5-10 anni per arrivare alla bomba non è sufficiente per «prendersela comoda».
L'Nro, il National reconnaissance office, ha aumentato la copertura dell'Iran con i suoi satelliti: ci sono 4 o 5 satelliti Advanced KH-11 che effettuano ogni giorno 8-9 passaggi sull'Iran ed utilizzano sensori ottici e all'infrarosso per scattare immagini ad altissima risoluzione, anche di notte. Ad essi si aggiungono i 4 satelliti radar Lacrosse, che sono in grado di superare i sistemi di camuffamento in cui sono maestri gli iraniani, che sanno di essere osservati e non solo cercano di seguire gli spostamenti dei satelliti e di evitare qualunque attività «sospetta» quando l'occhio di uno dei colossali veicoli spaziali è puntato sul loro Paese, ma fanno di tutto per nascondere le proprie attività, spesso ricorrendo a elaborati falsi o mettendo tutto ciò che è davvero delicato... sotto terra.
Gli americani cercano di non essere prevedibili, a volte intervenendo anche sulle orbite dei satelliti, dando corso a una vera partita a rimpiattino. Ai satelliti di osservazione si aggiungono poi quelli della Nsa, la National security agency, che stanno «aspirando» e processando decine di migliaia di conversazioni iraniane di interesse militare, politico, industriale, scientifico. Ultimamente ci si è concentrati non solo sui siti nucleari, ma anche sulle basi della marina, sulle postazioni di lancio dei missili antinave costieri, sui movimenti delle navi iraniane. Oltre ai satelliti ci sono le stazioni di ascolto a terra e quelle dei Paesi alleati.
I militari hanno un monitoraggio costante dell'Iran: la recente serie di esercitazioni navali è ad esempio considerata una «miniera» di informazioni. Tutte le attività sono state seguite usando navi da guerra, aerei, velivoli senza pilota. Molti degli «assetti» speciali per la Isr (Intelligence, Surveillance, Reconnaissance) ufficialmente assegnati per supportare le operazioni in Irak e in Afghanistan in realtà spesso danno più di un'occhiata a quanto accade in Iran. E, secondo alcune fonti, in azione ci sono anche informatori e agenti che agiscono in Iran. Tutto questo consente di compilare un «ordine di battaglia» iraniano, i cui dati sono elaborati dalla base Centcom, il comando responsabile per la regione, che predispone e aggiorna costantemente un piano di combattimento e una lista di bersagli da eliminare in via prioritaria.

Se e quando si deciderà di passare all'azione.

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