E intanto gli arabi ci danno lezioni di libertà sessuale

«Ho letto delle cifre inquietanti in un saggio sull’impotenza sessuale maschile nel mondo arabo, cifre in dollari, inimmaginabili, che vengono spese per comprare Viagra e altre medicine dell’amore... Perché hanno aspettato che fosse il Viagra a liberarli dalla miseria? Una miseria sessuale collettiva che si ritrova nel nostro rapporto con la cultura tradizionale. Bastava che leggessero qualche vecchio manuale erotico arabo e applicassero le prescrizioni»: la protagonista di La prova del miele di Salwa al-Neimi - in uscita il 21 agosto per Feltrinelli - è araba, musulmana e colta, ma soprattutto è convinta che l’arabo sia la lingua del sesso. Che erotismo, carnalità e passione siano profondamente iscritti nella cultura e nella tradizione del suo Paese e dell’Islam. Un’anticipazione dei piaceri del paradiso. Sotto titoli come Dei mariti di piacere e di testi erotici, Di sesso arabo nella City o Della dissimulazione nelle società arabe, il volumetto sgrana i racconti senza censura di una musulmana che, mettendo in pratica gli insegnamenti di un pigmalione sufi che chiama il «Pensatore», fa sesso per piacere e a supporto della sua dirty mind cita passi del Corano ed episodi della vita del Profeta. Ma la vera sorpresa del romanzo non sono i numerosi giochi erotici - ispirati ai racconti di amici e colleghi, precisa l’autrice - narrati in arabo dalla poetessa e scrittrice e giornalista siriana al-Neimi. Bensì il fatto che persino gli hezbollah, attraverso l’organo di stampa libanese Al Akhbar, abbiano accolto con entusiasmo lo scritto, conteso a colpi di decine di migliaia di euro all’ultima Fiera di Francoforte.

Nessuna fatwa per oscenità o offesa alla religione, ma, sembra, il compiacimento per il valore letterario di un’opera che ha finalmente riconosciuto il sesso come pratica doverosa per un musulmano osservante: «Lo scandalo stava nel segreto» conclude al-Neimi. «Ma il segreto non è più un segreto».

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