da Milano
Borse in picchiata: è lora dei Bot. Il più classico dei titoli di Stato si conferma lestremo rifugio dei risparmiatori, lalternativa vincente ai fondi e ai conti correnti, per non parlare dei mercati azionari. Si spiega così la fortissima domanda, che si è riversata ieri sui titoli del Tesoro, con una preferenza nettissima per quelli a breve.
La richiesta di Bot a 3 mesi da parte di investitori anche istituzionali è stata talmente forte da spingere Via XX Settembre, con una decisione senza precedenti, ad aumentare limporto dei titoli di questo tipo offerti in asta, da 4 a 6 miliardi di euro. Due miliardi in più che però non sono riusciti a coprire del tutto la domanda che è stata ben più consistente: 11,9 miliardi, praticamente il doppio dellofferta, per il taglio a tre mesi e circa 10 miliardi per quello annuale.
Come era prevedibile, quindi, sono crollati i rendimenti, tornati al livello di fine 2005 per i trimestrali e al livello di aprile 2006 per gli annuali, ovvero al 2,354% e al 3,062%. Solo un mese fa il rendimento del Bot a tre mesi era al 4,228% e quello del titolo a un anno al 4,306%.
Per dare unidea delleccezionalità del momento basti ricordare che allasta di giugno il rendimento del Bot annuale era al 4,580%, massimo dal dicembre 2000, mentre a luglio il Bot a tre mesi aveva registrato un tasso del 4,348%, livello più alto dal giugno 2001.
Tanto i risparmiatori quanto gli investitori istituzionali, dunque, reagiscono alla bufera finanziaria puntando soprattutto sulla stabilità, a costo di accettare rendimenti talmente bassi da non coprire neanche il tasso di inflazione reale, che attualmente si aggira sul 3,7%.
Una tendenza destinata a continuare, visto che gli scossoni sui mercati non accennano a placarsi: nella seduta di ieri le Borse europee hanno bruciato quasi 400 miliardi di capitalizzazione e a Piazza Affari lindice S&P/Mib ha toccato il minimo storico.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.