E l’info-pop cambiò la politica per sempre

E l’info-pop cambiò la politica per sempre

di Massimiliano Parente

Se Walter Benjamin analizzò l’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibità tecnica, concentrandosi sulla perdita di sacralità dell’oggetto artistico, analogalmente si potrebbe ragionare sulla perdita d’aura della politica nell’epoca di Striscia la notizia.
Grandissima rivoluzione pop-istituzionale: aver azzerato la distanza tra il pubblico di massa e il politico, tra il doppiopetto di un primo ministro e un doppiopetto di due tette rifatte e tirate su col push up.
Soprattutto non più politici, finanzieri, dirigenti intoccabili, inavvicinabili, non più macchine dai vetri oscurati che incutono soggezione. Chiunque sia lo si segue ovunque, e come pietra miliare della nuova era resterà il lungo pedinamento di Enrico Cuccia, gobbo e con la testa abbassata. La fine di un’epoca.
Attenzione, non c’è nulla di volgare in questa sublime e barbara operazione, piuttosto volgare e molto trash appare oggi il lancio delle monetine a Bettino Craxi, o il misero tentativo di emularlo da parte di uno straccio di popolo viola che organizza una sceneggiata davanti a Palazzo Grazioli. Invece l’inviato del popolo è uno, e non esistono body-guard in grado di allontanare un emissario di Ricci (nella foto, ndr) perché non solo il medium è il messaggio ma come il cliente ha sempre ragione, l’inviato di Striscia è sacro e intoccabile, protetto dal cameraman a cui dire: «Riprendi tutto!».
Una rivoluzione che passa anche attraverso l’abbattimento del formalismo tra intervistatore popolare e intervistato autorevole, non c’è vip che tenga: l’inviato è un pupazzo vestito di rosso, è un imitatore di Valentino o del Ministro La Russa, è un cretino con in testa uno sturacessi a cui però non puoi sottrarti, non puoi permetterti di non rispondere. Ne sa qualcosa Fabrizio Del Noce, divenuto impopolare per averne colpito uno con una microfonata sul muso. Non sapendo che l’inviato di Striscia può inseguirti ovunque, anche in bagno. È questo il vero servizio pubblico, altro che Santoro. Di fronte a qualsiasi stortura, ti rivolgi a Striscia.
Certo, con il tempo la politica si è difesa adeguandosi, perdendo l’aura ha acquisito una faccia tostissima, diventando la parodia di se stessa, invadendo i talk-show, portando al fallimento perfino il Bagaglino perché la realtà ha superato la caricatura.

L’appeal di Striscia sembrava in difficoltà perché sconfitto sul suo stesso terreno, ma per fortuna è arrivato il cambio della guardia, il ricambio generazionale, il serissimo governo dei tecnici. E a sentirli e a vederli serviranno tanti tapiri d’oro. Anzi dorotei.

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