Forse ci sta anche provando, ma i risultati, di certo, ancora non si vedono. Le voci provenienti dagli uffici della Suprema Guida descrivono, da giorni, un ayatollah Alì Khamenei preoccupato e cambiato. Un Khamenei deciso a far pesare il suo ruolo di massima autorità politica e religiosa per mettere a tacere il presidente Ahmadinedjad e ricondurre il Paese ad atteggiamenti più moderati, almeno nel campo del nucleare. La situazione però sembra assolutamente immutata. Anzi forse persino peggiorata. LAgenzia Internazionale per lEnergia Atomica (Aiea) si sarebbe infatti vista bloccare al confine 38 dei suoi ispettori mandati a controllare i siti nucleari della Repubblica islamica.
Di fronte a questa totale assenza daperture e mutamenti di rotta, i ministri degli Esteri dellUe hanno ieri sottoscritto tutte le sanzioni previste dalla risoluzione del Consiglio di Sicurezza dello scorso 23 dicembre. «Deploriamo fa sapere il Consiglio dei ministri Ue nel comunicato finale i rifiuti iraniani dintraprendere i passi ripetutamente invocati dai governatori dellAiea e dal Consiglio di Sicurezza dellOnu». I ministri degli Esteri europei ricordando che le sanzioni sono rivolte a colpire soprattutto il programma nucleare e missilistico della Repubblica Islamica invitano «tutti i Paesi ad applicarle senza ritardi». Dunque da oggi i Paesi dellUnione europea dovrebbero metter fine a qualsiasi scambio commerciale di materiali utilizzabili in ambito nucleare, congelare fondi e proprietà di enti o persone coinvolte nella ricerca e bloccare ai propri confini e aeroporti tutti gli esponenti iraniani con ruoli strategici nei piani di sviluppo nucleare. La lista di cittadini a cui sarà vietato laccesso o la permanenza in Europa potrebbe essere più estesa di quella già preparata dal Consiglio di Sicurezza. Lelenco europeo potrebbe infatti comprendere anche laureati o ricercatori impiegati presso università europee. «Cercheremo di mettere in atto tutte le misure al più presto, come già concordato con gli altri Paesi», ha promesso il ministro degli Esteri britannico Margaret Beckett. E il suo collega tedesco Frank Walter Steinmeier, parlando a nome del governo che detiene la presidenza di turno europea e ha svolto un ruolo centrale nei negoziati con Teheran, auspica un applicazione molto stretta delle sanzioni.
Il ministro degli Esteri iraniano Manoucher Mottaki confermando da Teheran il no allentrata nel Paese di 38 ispettori dellAiea ha ricordato che alcuni membri della squadra sono stati fatti passare e che Teheran si riserva il diritto di decidere chi far entrare e chi far tornare casa. «LAiea ogni volta sottopone una lunga lista di esponenti ai suoi Paesi membri e quei Paesi hanno tutto il diritto di non accettare alcuni degli ispettori». Allinterno dellIran si allarga intanto il coro di quanti attaccano e criticano le politiche presidenziali. Lultimo a scendere in campo è stato ieri lottantacinquenne ayatollah Montazeri. Il religioso, considerato un tempo il successore designato dellimam Khomeini, è da 19 anni a questa parte uno dei più illustri dissidenti di regime.
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