RomaPier Luigi Bersani chiama, lUdc non risponde, se non con un «valuteremo» che significa no. Ma non hanno nemmeno voglia di dare a Silvio Berlusconi limpressione di avere, grazie a opposizioni così divise, la vittoria in tasca in caso di elezioni anticipate.
Laccelerazione di Bersani sul fronte centrista è stata spiegata dallo stesso leader democratico nel corso della trasmissione Rai «Che tempo fa» di Fabio Fazio. Il segretario del Pd ha detto che «con buona probabilità si voterà in primavera». E presto «lancerò una proposta a tutte le forze di opposizione. Anche allUdc». Non ha però chiuso le porte allalleanza con la sinistra alternativa e, soprattutto, con lItalia dei valori. La risposta dellUdc è arrivata ieri dal presidente del partito Rocco Buttiglione. «Ringraziamo Bersani della sua apertura, ma abbiamo delle domande da fare. È unammucchiata come lUlivo? Non ci stiamo. Cè dentro Di Pietro? Difficile fare un governo con lui. E poi, che facciamo con lultrasinistra?». Sarebbe possibile solo se, spiega Buttiglione, Bersani dicesse che «puntiamo a guadagnare il voto di tanti elettori di centro che oggi votano Berlusconi, dando loro garanzie che facciamo una coalizione che governa effettivamente per il bene del Paese, senza estremismi, dovremmo pensarci - se è così - non una dieci volte. Se la proposta è rifacciamo lUlivo, non eravamo nellUlivo di prima e non saremo nellUlivo nuovo».
Della impraticabilità si era accorta anche Italia dei valori. LUdc nellalleanza con il centrosinistra? «Più facile fare passare un cammello nella cruna di un ago. Ma se il Pd ci riesce, staremo a vedere», ha spiegato Massimo Donadi, capogruppo dipietrista. Quella del Pd, spiegavano ieri esponenti centristi, non è una novità. Bersani aveva già rinunciato alla vocazione maggioritaria. Ma lUdc continua a puntare su altre strategia di medio termine. Elezioni, magari da soli, con il Terzo polo, che, con le varie candidature emerse negli ultimi giorni, ad esempio Montezemolo, sta suscitando sempre più interesse. Poi, se il nuovo partito passerà la soglia al Senato dell8 per cento - assicurano i centristi - «allora saremo determinanti e chiunque vinca dovrà fare i conti con noi». Laltro scenario è tutto rivolto a sinistra.
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