E «l’Unità» invoca il monopolio della protesta

Roma«Roma nel caos», titolava ieri l’Unità. Piccolo problema, il riferimento non è ai cortei della Cgil e allo stop dei mezzi pubblici che hanno provocato l’ennesima giornata di disagi per la Capitale. Il titolo non riguarda nemmeno a uno dei tanti presidi e manifestazioni che funestano quotidianamente la città eterna, che incassa e tollera perché sa che è uno dei costi da pagare per essere la Capitale.
L’Unità parla di una manifestazione futura. Una delle poche volte che il centrodestra decide di andare in piazza. Si terrà sabato 20 ed è quella prevista a piazza San Giovanni contro l’esclusione delle liste Pdl alle elezioni per la Regione Lazio. Il quotidiano fondato da Antonio Gramsci si scopre difensore dell’ordine pubblico capitolino. «Sarà un inferno per la mobilità», si legge nel quotidiano. E suona un po’ comico nel giorno in cui le manifestazioni legate a uno sciopero - al quale ha partecipato una minoranza dei lavoratori - hanno bloccato la Capitale. E suona ancora più comico se si considera che l’ex organo ufficiale della sinistra è il media da sempre più presente alle manifestazioni di piazza che, con cadenza almeno mensile, colorano la città. Di solito l’Unità protesta per la mancata diretta televisiva. Questa volta vuole che una parte sia esclusa.
Viene il sospetto che sia l’entusiasmo per la decisione del Tar che ha escluso la lista Pdl. Ma se si legge bene si capisce che a disturbare il quotidiano della sinistra è un classico di Roma: la concomitanza con un’altra manifestazione. Il problema è che l’altra è quella in difesa dell’acqua pubblica. Già è difficile trasformare una mobilitazione simile in una notizia che interessi i giornali. E il rischio è che passi ancora più inosservata, ora che ci sono anche i militanti Pdl in giro per la città.
Il presidente del Forum che ha promosso il corteo, Paolo Carzetti, lo ha spiegato bene: «Essendo arrivata la decisione del Pdl, per evitare contatti tra i due cortei, hanno deciso di cambiare il nostro percorso malgrado la Maratona (il giorno dopo c’è anche la gara sportiva e già sabato 20 alcune vie saranno interdette al passaggio, ndr)». Insomma, le autorità cittadine hanno limitato il corteo dei buoni (quelli dell’acqua) e permesso ai cattivi (il Pdl) di manifestare. Non è, insomma, come le altre volte, quando i cortei paralleli sono tra chi è indubbiamente nel giusto (la sinistra, sindacale e politica) e qualche mattacchione no global o autonomo. Quelli si possono tollerare. Sono dalla parte giusta, anche se un po’ troppo spostati a sinistra.
Detto per inciso, i cattivi del Pdl non faranno cortei. E la loro manifestazione - come sempre accade per le mobilitazioni del centrodestra - cade in un giorno non lavorativo. E chi conosce la Capitale sa che sabato mattina a piazza San Giovanni si registra più o meno lo stesso traffico che c’è in piazza Duomo a Milano in una domenica d’agosto. L’Unità, insomma, vorrebbe che la piazza fosse monopolio della sinistra. E per marcare il territorio ricorre al protocollo d’intesa sulle manifestazioni voluto dal sindaco di Roma Gianni Alemanno.

Batte su questo tasto soprattutto la Cgil, secondo la quale questa volta non è stato rispettato. Piccolo particolare: quell’intesa è stata firmata da tutti i sindacati, tranne che dalla Cgil, che la giudicava troppo restrittiva del diritto di protestare. E siamo sicuri che L’Unità era d’accordo con loro.

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