E' l'Inter dei mugugni. Moratti trova il colpevole

Stasera all'Olimpico semifinale di Coppa Italia contro la Roma. Il presidente: "Rovinati dalle nazionali. Siamo stanchi, però non possiamo riposare". Stavolta escluso a sorpresa Eto’o (distorsione). E con Motta è polemica

E' l'Inter dei mugugni. Moratti trova il colpevole

Non ci sarà Eto’o (dicono distorsione), ma ci sarà l’Inter? Domanda d’obbligo, risposta incerta, nonostante i pannicelli messi da Moratti sulla testa del bene amato (leggi Inter ma pure Leonardo). «Questa squadra è stanca fisicamente. E, automaticamente, c’è anche una stanchezza mentale, appunto perchè il fisico non ti aiuta». Dunque dov’è l’errore, dove sono i colpevoli? Zanetti, Cambiasso e i faticatori eccellenti impongono la presenza? A chi tocca mettere rimedio, anticipare le insidie? Magari un giorno scopriremo che Mourinho avrebbe usato una pozione magica per risolvere tutto. Invece Leo... Presto detto. Moratti è più rassicurante di una guardia del corpo: «Tutta colpa delle nazionali: è stato un grave errore mandarli a giocare con le loro selezioni, facendoli tornare convinti di essere in forma, invece erano molto stanchi».

Non è una bellissima prospettiva per affrontare la Roma: c’è di mezzo semifinale di coppa Italia e una storia infinita delle sfide per la coppetta. No. L’Inter dei mugugni («Cose buttate sul tavolo dall’esterno più che dall’interno»), dello spogliatoio tellurico, degli esclusi sorprendenti (Cambiasso, Maicon, Thiago Motta, Sneijder, ora Eto’o), fa gruppo sotto la spinta decisa del padrone: «L’allenatore cerca di fare quello che deve e lo fa bene. Non è facile frenare una situazione così, avremmo bisogno di una bella settimana di riposo, invece non è possibile». Anzi, peggio: in una settimana l’Inter rischia di rovinarsi la reputazione.

Roma caput o kaputt? Vista dalla parte nerazzurra, questo è il problema: prima la Roma american style, poi la Lazio pronta a soffiarle una posizione da Champions. Cattiverie del nostro calcio: l’anno passato Roma e Inter si sono giocate la finale di coppa Italia e il finale di campionato. Quest’anno rischiano di giocarsi le briciole. A Borriello, Milito e Pazzini l’ardua sentenza. Comunque vada, per l’Inter non sarà stagione da zero tituli. Ma non è detto che, comunque vada, sarà un successo. In bacheca ci sono già due coppe: che poi le abbia firmate Benitez, è un ghiribizzo intelligente del destino. Aveva ragione Rafa e ogni giorno il pallone sbatte la realtà in faccia a Moratti, ai dirigenti e soprattutto ad una squadra e alle sue presunzioni.

Stasera non ci sarà Eto’o. Distorsione alla caviglia sinistra, ha annunciato il sito nerazzurro. Una sofferenza provocata dalla partita contro il Parma. Sarà tutto vero, ma fino a ieri non c’era alcun segnale all’orizzonte (invece si sapeva dei problemi di Chivu, Lucio, Ranocchia e Motta). D’accordo che l’Inter (tranne il presidente) è scarsa nelle parole e nelle spiegazioni, anche le più banali riguardanti lo stato fisico della squadra, ma le sorprese e le interpretazioni sono all’ordine del giorno. Il procuratore di Thiago Motta ha escluso che il suo giocatore sia stato rimandato a casa, prima del Parma, per ragioni comportamentali in allenamento. «Thiago si allena sempre al massimo per migliorare e farsi trovare pronto. Poi è sacrosanto diritto dell’allenatore decidere chi convocare o meno». Chissà se a Leonardo sarà venuto un naso pinocchiesco? Per inciso l’allenatore, durante la partita con lo Schalke, ha spesso ripreso Motta per una certa lentezza, per un impegno da lumacone. Ma quello aveva in corpo. Ora toccherebbe a Leo spiegare, con un minimo di credibilità, l’origine dell’esclusione, ovviamente disciplinare.

L’Inter è fatta per complicarsi la vita, lo ha nel Dna. I soliti romanticoni diranno: con Mourinho non sarebbe successo. Però anche Mou non se la passa bene in Spagna. Cruyff lo ha pesantemente attaccato. «É un allenatore di titoli, non di calcio. O meglio non è un tecnico di calcio se intendiamo questo sport come spettacolo e divertimento per chi lo vede». Ma il peggio è venuto da Alfredo Di Stefano, un monumento del Real che non parla mai a caso. «La nostra è una squadra senza personalità. Il Barcellona è superiore: tentare di costruire azioni offensive fondate sul contrattacco non è la forma più appropriata per sorprenderlo». Pesantini, tanto da far pensare che Mourinho possa davvero cambiare aria.

Moratti ha

provveduto a tener lontano voci e sussurri. Vuol salvare Leo. Dunque... «Ho letto quel che si dice sui giornali. Ma comunque con Mourinho non c’è nulla». Smentita d’ufficio, niente di più. Quante ne ha fatte in vita sua!

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