E il "matemateo" spiegò Dio al Papa

Dio insegna matematica, fa il geome­tra e costruisce mondi abusivi. Le ta­belline sono il suo rosario e l'algebra le sue preghiere. Lo deduco dal libro che il matemateo Piergiorgio Odifreddi ha scritto per spiegare al Papa chi è Dio e che professione svolge

E il "matemateo" spiegò Dio al Papa

Dio insegna matematica, fa il geome­tra e costruisce mondi abusivi. Le ta­belline sono il suo rosario e l'algebra le sue preghiere. Lo deduco dal libro che il matemateo Piergiorgio Odifreddi ha scritto per spiegare al Papa chi è Dio e che professione svolge («Caro Papa ti scri­vo », ed. Mondadori). La pretesa non è nuova, già il positivista Auguste Comte credeva alla scienza come religione dell' umanità: per Papini Comte era «un mes­sia che ha studiato matematica».

Secon­do Odifreddi «la matematica e la scienza sono l'unica vera religione, il resto è su­perstizione ». Anzi, «la religione è la mate­matica o la scienza dei poveri di spirito». Dunque poveri di spirito sarebbero i mag­giori sapienti dell'umanità che furono credenti: da Platone, che pure esigeva la conoscenza della geometria, a Pascal che fu filosofo, matematico e credente, per non dire di Sant'Agostino e San Tom­maso, Dante e Manzoni. Odifreddi ruba un'idea ai filosofi idealisti fino a Gentile e agli irrazionalisti come Schopenhauer: per loro la religione è metafisica per il po­polo, è la filosofia per i rozzi e gl'infantili.

Per Odifreddi, beati non sono i poveri di spirito ma i ricchi di spirito, e quel che chiamiamo Dio è solo la Natura; qui sen­to odor di Nietzsche. La riduzione del Lo­gos a-Natura non spiega però l'Intelligen­za che si manifesta nell'ordine, la sequen­za e la connessione delle cose. C'è un principio che anima e regge la natura. Non pretendo che Odifreddi diventi teo­logo. Basta che si confronti con il Primo Maestro di matematica, Pitagora. Magari attraverso il suo ultimo grande allievo, René Guénon, di cui è uscito ora un testo illuminante, «I principi del calcolo infini­tesimale » (ed. Adelphi). Per Guénon la matematica prova l'ordine metafisico che governa il mondo, nei numeri c'è l'ar­monia musicale delle sfere celesti; ma l'uso moderno e profano ignora i suoi simboli e significati.

Tra Guénon che si fondava su Pitagora e Platone, sul Tao e sul Vedanta, sulla

Kabala e sulle Tradizio­ni e Odifreddi che si basa sul loro ripudio, scelgo la Tradizione. È più autorevole, è plurale, è testata da millenni. Dio non è un calcolo e nemmeno un calcolatore. E non chiamatelo Ingegnere.

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