Cronaca locale

E meno male che qualcuno gli dà otto in pagella

I primi 100 giorni di Pisapia e quegli strani voti al sindaco... I "meriti"? In arrivo la stangata Ecopass dopo le nuove tasse e l'aumento dei biglietti Atm

Eccoci arrivati alla scadenza fatidica e simbolica, niente di più che simbolica, dei 100 giorni. Un vecchio gioco o, se preferite, una tradizione giornalistica impone di dare una prima valutazione sull'operato di Pisapia. Noi pensiamo che per giudicare ci sia poca materia, se non gli aumenti delle tariffe, a cominciare dai biglietti dell'Atm rincarati del 50 per cento, e delle tasse, con l'introduzione dell'addizionale Irpef che fino ad oggi i milanesi non avevano mai pagato. Per il resto non si capisce su cosa dovremmo giudicare, giacché non solo nulla è stato fatto, ma nulla era stato promesso, se prescindiamo dal vaniloquio retorico a base di «ascolto», «dialogo», «trasparenza», «integrazione», «condivisione» eccetera. Di concreto, dunque, nulla del nulla promesso poteva già essere già stato fatto in questi primi 100 giorni. Anzi, per la verità qualcosa di quanto era stato minacciato, più che promesso, in campagna elettorale è stato prontamente attuato: il blocco, anche questo per ragioni puramente ideologiche, del Pgt, del Piano di governo del territorio, il disegno urbanistico della crescita di Milano, con un costo per il Comune, in mancati introiti degli oneri di urbanizzazione, dell'ordine dei 70 milioni di euro. Una bella sommetta se contemporaneamente si denunciano gravi problemi di bilancio, come fa l'assessore Tabacci almeno due volte al giorno. Per il resto, dalle visite al Ramadan alle coppie di fatto, al patrocinio al Gay pride, si tratta di rituale politicamente corretto, iniziative ideologiche che non credo cambieranno la vita dei milanesi, operazioni di facciata alla Zapatero. Quanto all'Ecopass pare che si trasformerà in una tassa di ingresso in centro per tutte le auto. Altra legnata. La potentissima lobby dei commercianti è già sul piede di guerra. Per questo l'indulgenza nel giudicare questi benedetti 100 giorni mostrata da certi giornali sostenitori di Pisapia fin dalla sua candidatura, ad esempio il  , ci sembra francamente eccessiva, fuori misura. Si chiede a personaggi del mondo della cultura e delle professioni di dare i voti al sindaco. Arrivano solo sufficienze e valutazioni alte, naturalmente: un 8 e un 8+ da sinistra, due 6 da destra. Quindi nessuna insufficienza e complimenti all'avvocato Giuliano Pisapia promosso a pieni voti con una media superiore al 7.
Per fortuna che si trova ancora qualcuno che in grado di conservare un po' di senso critico, come il supplemento Lombardia del Sole 24 Ore di mercoledì scorso, che di questi 100 giorni dà un giudizio pacatamente severo, semplicemente perché non c'è niente da giudicare, batoste fiscali e tariffarie a parte. O come l'ex sindaco Gabriele Albertini che va oltre questo convenzionale periodo e fa previsioni poco rassicuranti sul futuro: Pisapia è «prigioniero dei veti incrociati» perché «paga l'eterogeneità della coalizione». E poi, aggiunge Albertini, «c'è la bomba Penati» che potrebbe deflagrare coinvolgendo anche Palazzo Marino per effetto della presenza in giunta dell'assessore ai Trasporti Maran, «un discepolo di Penati, non un esperto di trasporti».
Per quanto ci riguarda, infine, noi continuiamo a non sapere quale idea, quale progetto generale, quale immagine del futuro della città coltivi questa giunta. Quale Milano ci vuole lasciare, non dopo 100 giorni ma dopo 5 anni.

Non ci è stato detto in campagna elettorale, speravamo di capirlo in questi 100 giorni.

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