da Roma
Il segno è stato piccolo e grande allo stesso tempo. Ieri mattina, amministrando il battesimo a tredici bambini nella cappella Sistina, Benedetto XVI ha celebrato la messa sullantico altare, dando le spalle ai fedeli. Per la prima volta dopo molti decenni, dunque, non è stato montato laltare mobile sempre usato da Giovanni Paolo II e dallo stesso Papa Ratzinger il giorno dopo lelezione. È stato il nuovo cerimoniere pontificio, monsignor Guido Marini, a spiegare la scelta, finalizzata a valorizzare tutta «la bellezza e larmonia» della stupenda Cappella affrescata da Michelangelo. E in effetti il colpo docchio era sicuramente più suggestivo.
Il rito della Messa, però, è stato quello ordinario: Ratzinger non ha usato il messale preconciliare, ma solo lantico altare consacrato dal suo omonimo predecessore, Benedetto XIII nel 1724. Contrariamente a quanto si pensa, il Concilio Vaticano II non si espresse mai sulla posizione dellaltare, che nelle chiese cattoliche fino a quel momento era rivolto ad Oriente, simbolo dellaccoglienza al Dio che viene incontro alluomo: verso quella direzione e verso la croce che lo sovrastava, si rivolgevano sia il celebrante che i fedeli. Nellintroduzione al libro di monsignor Uwe Michael Lang Rivolti al Signore (tradotto e pubblicato in Italia dalleditore Cantagalli), lallora cardinale Ratzinger scriveva: «Per coloro che abitualmente frequentano la chiesa i due effetti più evidenti della riforma liturgica del Concilio Vaticano II sembrano essere la scomparsa del latino e laltare orientato verso il popolo. Chi ha letto i testi al riguardo si renderà conto con stupore che, in realtà, i decreti del Concilio non prevedono nulla di tutto questo». Nessuno vieta, infatti, che il nuovo rito si celebri sui vecchi altari, comè accaduto ieri nella Sistina.
Va detto, inoltre, che tutti i Papi del post-concilio hanno celebrato la loro quotidiana messa privata in questo modo, dato che la cappella dellappartamento papale non ha laltare rivolto verso i fedeli: dunque, per 27 anni, anche Giovanni Paolo II ha presieduto il sacrificio eucaristico come oggi ha fatto il suo successore.
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