Dài un’occhiata alla prima pagina della Repubblica e capisci subito che tempo fa in politica. Titolone di ieri: «Spiavo i pm e informavo Letta». Sotto, un commento di Alberto Statera che comincia così: «Va bene l’esito delle amministrative, va bene quello del referendum, ma l’arresto di Gigi il Federatore è forse l’autentico segno del cielo sulla fine del berlusconismo».
Bell’attacco, non c’è che dire; meteorologicamente interessante. Descrive i limiti della democrazia italiana. Nel senso che il voto dei cittadini ha un peso, ma un peso piuma. Ciò che conta veramente è altro: sono le inchieste della magistratura. Lo sapevamo già. Però finché lo dicevamo noi, servi di Silvio Berlusconi, era un’interpretazione malevola e strumentale della cronaca giudiziaria. Adesso che lo dice il quotidiano di Carlo De Benedetti, attraverso la penna autorevole di Statera, è ufficiale.
Non saranno le elezioni politiche a decretare che il centrodestra deve lasciare il posto al centrosinistra, o comunque a un pastrocchio progressista, bensì un gruppo di pubblici ministeri. L’inchiesta cui si riferisce La Repubblica è nota anche ai lettori del Giornale, che ieri se n’è occupato. Gigi il Federatore, come lo ha definito Statera, è Bisignani. Un nome di spicco nel giro dei palazzi romani, ma immagino sconosciuto alla maggior parte della gente.
Bisignani è un ex giornalista che, avendo cambiato mestiere in tempo, ha fatto strada o almeno i soldi, che è la stessa cosa. È diventato un superconsulente superconsultato dai vertici. Quali vertici? Tutti, specialmente quelli influenzati dalla politica.
Ignoriamo quali siano nel dettaglio i suoi agganci più forti, ma è accertato che da Giulio Andreotti in poi egli è stato sempre vicino a chi comanda per comandarlo. Questo non significa che abbia commesso reati. Se ne ha commessi lo diranno i giudici, o dovrebbero dirlo, dopo un regolare processo. Per ora esistono soltanto ipotesi. Prove, zero. Ma questo nel nostro Paese è irrilevante. Si organizzano migliaia di intercettazioni, qualcuno le trascrive (talvolta poco correttamente: d’altronde è difficile farlo bene tenendo conto dei toni della voce e del contesto delle conversazioni), le infila in un bel fascicolo corposo, si svolgono degli interrogatori e, zac, scattano le manette.
L’operazione è sufficiente a sputtanare non solo l’arrestato, ma tutti quelli che per motivi di lavoro, o di amicizia, gli ruotavano attorno. Nella presente circostanza, è stato contagiato dall’infamia perfino Gianni Letta, che avrà magari frequentato Bisignani come lo frequentava mezza Capitale, ma sul quale metterei la mano sul fuoco, sicuro di non ustionarmi. Perché allora tentano di tirarlo in ballo? Dato che l’esperienza mi ha insegnato a pensare male, sospetto che abbia ragione Statera.
Infatti, Letta è il braccio destro di Berlusconi, ricopre l’incarico di sottosegretario alla presidenza del Consiglio (a Palazzo Chigi fa tutto lui); ma ha un punto debole: non è parlamentare, quindi non è protetto dall’immunità residuale ed è un bersaglio ideale, e colpirlo è un gioco da ragazzi. Basta che uno dica qualcosa di sporco sul suo conto e il sottosegretario è spacciato. Tra l’altro, colpendo lui, colpisci anche Berlusconi. Un classico: due piccioni con una fava.
Il momento è delicato, tira aria cattiva per il governo e la maggioranza. L’opinione pubblica è stanca e nervosa. Se metti in discussione la figura specchiata dell’esecutivo, l’uomo rispettato anche dall’opposizione, mai chiacchierato, ovvio che fornisci un contributo alla crisi del sistema. Questo è il vero obiettivo, non Letta come persona. Se centrarlo serve a far fuori Berlusconi, c’è sempre uno pronto a premere il grilletto.
D’accordo. È un teorema. Siccome però non è mio, ma di un giornalista della Repubblica , prima o poi sarà dimostrato. Purtroppo.
Ciò che non si è riusciti a fare con tante elezioni, si potrebbe fare con un’inchiesta alla pommarola. Se poi l’inchiesta si rivelerà una bolla di sapone, amen. Sarà comunque stata utile agli avversari del centrodestra.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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