E Montezemolo ora se la prende con la Lega

La fondazione "Italia Futura" del numero uno della Ferrari: "In 16 anni con Bossi & C. Italia ferma".La replica del Carroccio: "Ci attacca perché faceva affari coi governi di sinistra. È un re nudo". Commento: dietro le critiche quel federalismo che fa paura ai finanzieri chic

E Montezemolo ora se la prende con la Lega

Roma - Non è più il presidente di Confindustria, ma il rimbrotto di Umberto Bossi agli industriali non è andato giù a Luca Cordero di Montezemolo. Il sito di Italia Futura, pensatoio fondato dal presidente della Ferrari, ieri puntava diritto al leader della Lega con un intervento di Carlo Calenda e Andrea Romano. E se sabato il Senatùr aveva liquidato il pungolo di Emma Marcegaglia alla politica e al governo, dicendo che «è facile parlare, molti parlano e pochi sanno cosa fare», ieri Italia Futura ha ribaltato a sua volta l’accusa, sostenendo che è proprio lui a fare quel tipo di chiacchiere delle quali gli italiani «hanno piene le tasche»

«Ha ragione Bossi - ironizza l’editoriale -. È facile parlare e più difficile agire. Bisogna ascoltarlo quando discetta sul valore dei proclami perché si tratta di un vero esperto in materia. Negli ultimi sedici anni ha costruito il successo della Lega sul lavoro di organizzazione del partito ma anche sulle provocazioni (e ultimamente su qualche gesto). Di fatti invece se ne sono visti ben pochi. Se non la corresponsabilità della Lega in questi sedici anni di non scelte che hanno portato il Paese ad impoverirsi materialmente e civilmente».

Non solo un attacco alla Lega (la fondazione di Montezemolo non è nuova a critiche contro il Carroccio), ma anche un bilancio negativo di tutta la seconda repubblica. Alla quale la fondazione di Montezemolo contrappone - e questo è meno scontato, almeno da quando non è più di casa a viale dell’Astronomia - il mondo di Confindustria; gli italiani «che lavorano e producono (e al convegno di Genova della Confindustria ce n’erano tanti). Quegli italiani che, a differenza di Bossi, «tengono in piedi il Paese con i fatti e non con le parole».
La reazione della Lega non poteva che essere durissima. Ed è toccata a Piergiorgio Stiffoni, senatore padano, sicuro che gli italiani abbiano piene le scatole, ma di «pseudo industriali, di un sindacato come la Confindustria che si comporta come una quarta carica dello Stato e di Montezemolo, ormai un Re Nudo. Il popolo, il nostro popolo è il motore del cambiamento contro chi vuole un Paese morto».

Il viceministro leghista alle Infrastrutture Roberto Castelli ha bollato le critiche di Italia Futura come «poco credibili», visto che «Montezemolo fa parte di quella categoria di imprenditori che con i governi di centrosinistra ha fatto ottimi affari. Affari che con questo governo non riesce più a fare».

Irritazione anche nel Popolo delle libertà. Quella delle fondazione del presidente della Ferrari è anche una critica al governo. Ma Montezemolo, invece di «dare lezioni» dovrebbe entrare in politica e «farsi votare dai cittadini», è stato l’auspicio dell vice presidente della Camera Maurizio Lupi. «È inconcepibile - ha aggiunto Lupi - prendere lezioni da chi per anni è stato alla finestra e anzi è vissuto del rapporto con le istituzioni e la politica».


Anche il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha giocato sul ruolo di eterno candidato. Quando si sottoporrà al voto degli elettori, «potremo vedere qual è il suo consenso». E sarà questa, secondo il coordinatore del Pdl, «la grande novità».

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