E una Nazionale ridotta a piccola Italia

M a che razza di Nazionale ci stanno preparando? Qui non si discute del valore aggiunto di un piccolo e mediocre 0 a 0 rimediato sotto la pioggia di Oslo, con Totti a godersi le sfilate di alta moda a Roma e molti critici con i fucili puntati sulla panchina per cogliere in fallo il ct Marcello Lippi. No, qui si discute d’altro. Si discute di quel che accade dentro e ai margini della Nazionale, dei suoi progetti di corto respiro e dei suoi viaggi improvvisi e senza appeal decisi allo scopo di far cassa senza valutare i rischi di una politica commerciale da dopolavoro ferroviario. Ma che razza di Nazionale - e qui c’entrano anche le competenze del Ct, dei dirigenti, del primato federale sulle bizze da primadonna di qualche campione con la minuscola - ci stanno preparando se, per esempio, consentono a Bobo Vieri e ad Antonio Cassano, di astenersi da qualsiasi risposta, una banale intervista o dichiarazione di routine a poche ore dalla prova che chiude la stagione? Passi per il barese guascone che ha da sempre, con la materia, un rapporto tormentato, nasconde una sindrome dietro cui si celano insicurezze comprensibili, ma per il famoso superuomo di Belem proprio no. Anche perché quando incrocia una telecamera è capace di interventi imperdibili (mitico il «prrrr» fatto alla camera Mediaset).


Ma che razza di Nazionale ci preparano se, ad esempio, gli esponenti dell’ufficio stampa non scortano più il gruppo degli azzurri e non c’è più un canale diretto e ufficiale cui reclamare informazioni, novità, notizie? Che Nazionale ci apparecchiano se persino Gigi Riva si ritrova sempre ai margini, mal sopportato dai nuovi potenti, adesso spunta anche Gravina, ex Castel di Sangro, con la vocazione del super-manager azzurro? Ma che razza di Nazionale ha in testa il successore di Carraro, Giancarlo Abete, se per incassare un paio di milioni di euro, si dispongono a questo viaggio in Canada e Usa, Toronto e New York, con un gruppo che non sa di Nazionale e non può fregiarsi del titolo, semmai si tratta di una pittoresca rappresentativa se convoca Coppola (Messina) e Lucarelli (Livorno) e se imbarca Baronio (Chievo)? Ecco il punto. Forse la piccola Italia di Oslo è ancora un gigante rispetto al contorno.

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