Cronache

E nelle liste d’attesa i tempi tornano a essere infiniti

I dati: da 18 giorni a 4 mesi per un’eco alla mammella da quando in Regione c’è l’assessore Montaldo

C’era un dato che Claudio Burlando non ha presentato durante la sua ultima conferenza stampa nella quale aveva tracciato un quadro tutto rose e fiori sullo stato di salute della Liguria. Quel dato era quello sulle liste d’attesa. Silenzio. Era voce comune che si fossero allungati molto i tempi per ottenere visite ed esami specialistici. Ora c’è la prova. Sotto la gestione Biasotti quelle attese di centinaia di giorni erano iniziate a scendere. Ci sarebbe anche la prova che dopo i primi provvedimenti in campo sanitario della gestione Burlando-Montaldo quelle liste sono tornate ad allungarsi. Ci sarebbe, perché in realtà sul sito della Regione Liguria i dati dell’anno 2005 (quello del cambio gestione) non ci sono più.
Li ha però, e li tira fuori tutti, Matteo Rosso, vice presidente della commissione regionale Sanità, e consigliere di Forza Italia. Ad esempio, in provincia di Genova, un’ecografia della mammella si faceva, mediamente tra una struttura e l’altra, 21 giorni dopo averla prenotata. Questo accadeva nel novembre 2005. Nel febbraio 2007, la stessa visita occorreva metterla in preventivo più di due mesi prima. Una visita cardiologica è passata da 19 a 68 giorni di attesa, una ortopedica, da 40 a 70. Nella Asl genovese, una Tac del capo, in media da 4-5 giorni a 11-15. Preoccupante l’aumento dei tempi per l’ecografia alla mammella: alla Salus non bastano più 4 giorni, ne servono 32, a Radiologia in centro da 5 a 26. Al Gallino, in 18 giorni assicuravano l’esame, adesso chiedono di aspettarne 124, quattro mesi.
Situazioni analoghe un po’ in tutta la regione, anche se con impennate meno consistenti. Si è passati sempre da 20 a 124 giorni all’ospedale di Cairo per un’ecografia all’addome, da 19 a 67 per lo stesso esame all’ospedale di Rapallo/Santa Margherita. Dati significativi se si considera che questi ospedali più piccoli sono proprio quelli che secondo il progetto della giunta regionale dovrebbero chiudere, aumentando ancora le liste d’attesa degli altri centri. «L’assessore Montaldo non cerchi di scaricare la colpa di questi dati sul personale medico e sanitario - incalza Matteo Rosso -. Il vero problema è la sua riorganizzazione, anzi, la sua disorganizzazione, visti i risultati. Vorrebbe più visite con meno soldi, meno personale, meno strutture e senza rinnovare i macchinari. Cerca un miracolo. Ma in realtà prende in giro i cittadini dicendo che le strutture stanno dando un maggior servizio e abbassando le liste d’attesa. Questo è grave, la realtà è quella dei numeri».
E in realtà un ecodoppler alle gambe o alle braccia passa a Genova dai 4-5 giorni ai 20-26, dai 93 ai 128 all’ospedale di Sestri Levante, dai 73 ai 176 all’ospedale di Albe nel Savonese. Le risonanze magnetiche, che prima si facevano in 10 giorni in vari istituti genovesi oggi si fanno al San Martino, ma dopo 73 giorni. Dati pesanti anche per le visite generali. Con una precisazione. Ci sono anche alcuni dati in controtendenza. Talvolta ci sono liste d’attesa più brevi. Ma questi casi particolari si trovano sempre nelle Asl delle Riviere, mai a Genova. «Non è strano - spiega Matteo Rosso -. La politica sanitaria della Regione è partita proprio dalla Asl 3 genovese. È qui che ha già tagliato pesantemente, è qui che ha ridotto, ormai da un anno le funzioni di certi reparti, soprattutto in Valpocevera.

E i risultati sono questi».

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