E Del Noce manda Roberto all’Inferno

Alla fine polemica con i giornalisti: chiusi in sala stampa perché non facessero domande al regista

E Del Noce manda Roberto all’Inferno

Laura Rio

da Brugherio (Milano)

«Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura ché la diritta via era smarrita»... Sarà che Fabrizio Del Noce non ne può più di fare il direttore di Raiuno, tanto che è arrivato ad autosospendersi sul caso Celentano. Sarà che vuole dedicarsi ad altro, sta di fatto che nella sua mente ora c'è solo il primo canto dell'Inferno della Divina Commedia. Perché? Il responsabile del primo canale Rai vorrebbe finire (prima o poi) in bellezza il suo mandato. Come? Con una memorabile serata all'insegna di Roberto Benigni. Uno dei momenti più emozionati che il direttore ha vissuto in questi tre anni e mezzo di reggenza di Raiuno è stata la lettura fatta dal comico toscano dell'ultimo canto del Paradiso di Dante nel Natale 2002. Bene, Del Noce vorrebbe ripetere la magica serata prima di lasciare la sua prestigiosa e scottante poltrona.
E per convincere il comico toscano a tornare nei prossimi mesi su Raiuno è volato ieri a Milano dove Benigni era sbarcato per partecipare alla trasmissione di Celentano Rockpolitik. L'incontro è avvenuto all'Hotel et de Milan, quartier generale milanese di Lucio Presta, il manager di Benigni e di altri noti personaggi televisivi, dalla Venier a Bonolis. Del Noce ha preso l'aereo di mattina, è arrivato a Milano per l'ora di pranzo, ha parlato con Benigni e con Presta, e subito dopo è tornato a Roma. Una toccata e fuga che però ha dato i suoi frutti. Il direttore ha chiesto al comico: «Dopo aver recitato l'ultimo canto del Paradiso, vorresti fare il primo dell'Inferno?». Risposta di Benigni: «Ci si può pensare». Ora è tutto da vedere quando e come si farà la trasmissione, ma intanto Del Noce ha incassato la volontà del comico toscano.
Nel 2001 poco prima delle elezioni il suo intervento al Fatto di Enzo Biagi fu bollato come «criminoso» da Berlusconi... Anche ieri sera a Rockpolitik Benigniaccio, in una spassosa performance, non si è risparmiato contro il premier. Del Noce invece potrebbe fregiarsi dell'onore di portare l'attore in Tv a parlare per la seconda volta di poesia e di bellezza... Comunque ieri i vertici Rai si sono mossi solo per Benigni. A Brugherio, il paese dell’hinterland milanese dove sono stati allestiti gli studi di Rockpolitik, non si è fatto vedere nessuno della alta dirigenza della Tv di stato: né Meocci né alcun consigliere di amministrazione. Del Noce, dopo l'incontro con Benigni, è tornato subito a Roma: neanche un saluto ad Adriano Celentano, come aveva fatto giovedì scorso. Del resto dopo il trattamento che gli ha riservato il cantante nella prima puntata di Rockpolitik, era difficile pensare che si potessero sorridere o stringere la mano. Del Noce però si è consolato con il «ci penso» strappato al comico toscano: ancora gli brillano gli occhi quando pensa a quella serata in cui Benigni recitò l'ultimo canto del Paradiso. Un appuntamento che stregò dodici milioni di spettatori. E che se si ripetesse ritroverebbe un pubblico altrettanto entusiasta.
A Brugherio la serata poi si è chiusa con qualche momento di tensione quando Benigni ha lasciato lo studio di Rockpolitik.

Ai giornalisti è stato impedito di uscire dalla sala stampa per consentire il passaggio di Benigni senza che venisse bloccato per eventuali domande. «È stanco dopo l’esibizione», ha detto il suo staff. Replica dei giornalisti: «Qui si parla di libertà di stampa e intanto ci tocca subire un'imposizione del genere».

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