Annalisa Andreo
Non ce la fanno neanche Bracciano, Martignano, Albano e Nemi. Dopo i mari, anche i laghi della provincia non superano il test di qualità. È quanto emerge dai campioni dacqua prelevati da Legambiente nellambito della campagna nazionale di tutela e monitoraggio delle acque lacustri «Cigno Azzurro 2006», in collaborazione con Coou (Consorzio obbligatorio olii usati), Cobat (Consorzio obbligatorio batterie esauste).
Su ventidue campionamenti effettuati nei quattro laghi, otto prelievi risultano leggermente inquinati e due invece segnalano casi di forte contaminazione. Tra tutte, la situazione che desta maggior preoccupazione è quella che interessa il lago di Nemi nellomonimo comune. Risulta infatti «fortemente inquinato» il punto al di sotto dellabitato, con un valore dei coliformi fecali 15 volte superiore alla legge. Per questa zona lamministrazione provinciale ha deciso di avviare una serie di controlli dato che le acque reflue registrate nel lago dovrebbero confluire al depuratore che serve lo stesso comune di Nemi e quello di Genzano. Segue nella classifica, il lago di Albano nel comune di Castelgandolfo, la cui cattiva salute è dovuta ad una presenza di streptococchi che supera trenta volte il livello consentito. Meno gravi appaiono invece le condizioni dei laghi presenti nel comune di Anguillara. Il lago di Martignano, dove risultano «leggermente inquinati» i prelievi effettuati a Nord Est e Nord Ovest del bacino e il lago di Bracciano che presenta elementi inquinanti nelle zone della foce del Fosso della Lobbra e sulla destra del pontile di Trevignano.
In tutti i casi sembra essere linquinamento di origine organica a portare al verdetto negativo, con cause che vanno ricercate negli scarichi di case non collegate alla rete fognaria, oppure in scarichi abusivi, come per il caso di Bracciano. È invece probabilmente dovuto a episodi di dilavamento di terreni, su cui insistono aziende agricole e zootecniche, linquinamento del lago di Martignano.
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