E in «Notturno bus» sarà una ladra

E in «Notturno bus» sarà una ladra

Michele Anselmi

da Roma

La parolina magica del cinema italiano? Noir. Nel senso del poliziesco, del thriller, ma con una sottolineatura esistenziale, molto d’autore. Ha ricominciato Gabriele Salvatores con Amnésia, quattro anni fa: parve una scommessa, invece fu l’inizio di una tendenza. Poi sono venuti Il siero della vanità e Romanzo criminale, Quo vadis, baby? e Arrivederci amore. E intanto Francesca Comencini sta finendo di montare il suo fosco A casa nostra. Il noir, insomma, come spunto di genere per raccontare un’Italia vorace e corrotta, attraversata da pulsioni razziste e loschi traffici, ma anche pronta a redimersi nell’amore.
Ultimo in ordine di tempo, ci prova Davide Marengo. Apprezzato regista di videoclip musicali, cortometraggi e special televisivi, il 33enne regista rivelatosi con il bel film-concerto Craj, passato l’anno scorso alle veneziane Giornate degli autori, ha scelto il romanzo Notturno bus di Giampiero Rigosi per esordire nel cinema di serie A. Cast di tutto rispetto, con Giovanna Mezzogiorno, Valerio Mastandrea ed Ennio Fantastichini nei ruoli principali, più una squadra di ottimi caratteristi tra i quali Roberto Citran, Antonio Catania e Francesco Pannofino (la voce di George Clooney); otto settimane di riprese quasi tutte in notturna; un pacchetto produttivo composito messo a punto da Sandro Silvestri, con Olanda e Polonia accanto alla maggioritaria Italia (Raicinema e contributo ministeriale); soprattutto l’ambizione di portare sullo schermo una storia intricata e frenetica, «una trappola spietata come la tela di un ragno». Così si legge nel risvolto di copertina del libro pubblicato da Einaudi nel 2000, ma ripresentato proprio ieri alla Fiera del libro di Torino.
Chi ha letto il long-selling di Rigosi, conosce la densa materia del racconto, benché nella trasposizione per il cinema, firmata dall’autore con Fabio Bonifacci, qualcosa sia mutato. Non siamo più a Bologna ma a Roma, la busta di documenti contesi è diventata un microfilm, i soldi in palio nascosti nella valigetta non sono più dollari bensì quattro milioni di euro. Resta però quel tono malandrino, a tratti pulp, in bilico tra i romanzi di Elmore Leonard e film come Lock & Stock o Qualcosa di travolgente.
Giunto alla terza settimana di riprese, Notturno bus deve ancora entrare nel vivo della complicata vicenda. Che vede, un po’ come succedeva al Rubini di Amnésia, il povero Mastandrea risucchiato in una storiaccia più grande di lui. Autista di bus con laurea in filosofia, il trentenne Francesco, detto Franz, si definisce «un uomo normalmente vile»: ha una vita sentimentale a pezzi, in più ha poche ore per pagare un grosso debito di gioco, altrimenti lo faranno a pezzi, e non metaforicamente. Complice la notte, il suo destino si intreccia rischiosamente con quello di una giovane e disinibita ladra, Leila, ovvero la Mezzogiorno, che abborda e addormenta uomini danarosi dopo esserseli portati a letto. Solo che la ragazza ha rimorchiato l'uomo sbagliato. Il prezioso microfilm finisce per errore nella sua borsa (lei non lo sa) e così si ritrova inseguita da due bizzarri killer alla Tarantino legati ai servizi segreti e da un ex poliziotto zoppo con la passione del jazz, Matera, in cerca di un'impossibile redenzione sentimentale.


Sarà divertente vedere come Marengo restituirà l’atmosfera della pagina scritta, così cinematografica in apparenza, con la sua violenza iperrealista, il gusto del macabro, gli incroci a prima vista casuali, eppure così squisitamente letteraria. Il ragazzo ha talento. Si accettano scommesse. Uscita prevista: primi mesi del 2007.

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