
Non c'è solo la Champions. Dopo lo scudetto mancato di un punto, l'Inter con la Primavera di Zanchetta si gioca oggi contro la Fiorentina il tricolore. Uno che nell'Inter dei grandi ci ha anche giocato, prima di finire in panchina ad allenare le Under 17 e 18. La sua Primavera è una squadra a chilometro zero, o quasi: ragazzi per la maggior parte italiani e spesso anche espressione del territorio. Non è un caso quindi che sia in Primavera che l'Inter colga i propri frutti. Sono 5 i baby che hanno esordito in prima squadra: il milanesissimo Berenbruch, Cocchi e De Pieri in Champions, Topalovic in A e prima di lui Aidoo in Coppa Italia. L'investimento nel vivaio è un'assicurazione sul futuro, sebbene i tempi siano diversi rispetto a quando ci si avventurava in acquisti importanti e mirati per il settore giovanile (Zaniolo, Mulattieri o Colidio). La politica della lungimiranza, oltre che più economica, è oggi ancora più importante. E non è un caso che sia in fase avanzato il progetto di far debuttare il prossimo anno la seconda squadra. Juventus, Milan e Atalanta lo hanno già fatto, l'Inter attende solo l'ufficialità per giocare la Serie C a Monza, probabilmente affidandola a un ex come Stefano Vecchi. La seconda squadra - in buona parte composta dalla Primavera di quest'anno - diverrà così il materasso sotto al crepaccio che esiste tra una Primavera e una squadra di A che quasi sempre costringe i club a dirottare in prestito i talenti in erba, in attesa che maturino: è successo ai fratelli Pio e Sebastiano Esposito e a Filip Stankovic che in estate potrebbero tornare ad Appiano Gentile.
Sui campi di Interello, la Primavera interista ha chiuso quest'anno seconda in campionato e ha perso ai rigori in Coppa Italia con il Milan (poi sconfitto in finale all'Arena dal Cagliari) e dopo 6 vittorie su 6 nella fase iniziale di Youth League - la Champions dei ragazzi è stata eliminata in casa del Trabzonspor, davanti a 40mila turchi: un contesto a cui un Primavera italiano non è preparato e che racconta bene la distanza tra il calcio giovanile e quello professionistico al di sotto delle Alpi.
Intanto, dopo il successo ai rigori contro i campioni in carica del Sassuolo, oggi alle 20,30 a Firenze è tempo di riscattare lo scudetto mancato dai grandi. Anche se, più che l'exploit, alla Pinetina hanno a cuore la crescita. Lo dimostra anche la mancanza di un titolo da copertina, tra le storie di spogliatoio della Primavera: nessun ragazzo strappato alla strada in qualche contesto esotico, semmai ragazzi cresciuti con tempi e modi di un progetto a lungo raggio.
Come Mattia che di mister Andrea Zanchetta è il figlio, oltre che perno basso del centrocampo. Capace di vincere anche il provinciale pregiudizio su ipotetici percorsi preferenziali, grazie alla costanza e al lavoro nelle giovanili nerazzurre.