Il nuovo segretario generale delle Nazioni Unite, il sudcoreano Ban Ki-moon, è preoccupato per le conseguenze dei raid condotti dall'aviazione militare americana in Somalia e teme che avranno diano il via a una escalation delle ostilità nella regione. Lo ha detto ieri Michelle Montas, la portavoce del numero uno del Palazzo di vetro.
«Senza esprimere per ora un giudizio sulle motivazioni di questa azione militare - ha detto la Montas - il segretario generale è preoccupato per la nuova dimensione che questo genere di operazioni potrebbero dare al conflitto e per la possibilità che si possa assistere ad una escalation delle violenze». Ban Ki-moon, ha aggiunto la portavoce, è anche «preoccupato per le conseguenze di queste operazioni sulla popolazione civile del sud della Somalia e si dice addolorato per la perdita di vite umane»
Preoccupazione anche nellUnione europea. Gli attacchi degli aerei statunitensi contro i guerriglieri islamici nel sud della Somalia «non migliorano a lungo termine» la situazione: l'unica soluzione è «politica». È questo il parere dalla Commissione, reso noto da Amedeu Altafaj Tardiu, portavoce del commissario allo Sviluppo Louis Michel. Secondo l'esecutivo della Ue, il rischio è che la Somalia diventi «un luogo di scontro di religioni e di civiltà». Perché, ha detto il portavoce, anche se «l'estremismo non ha radici profonde nella società somala il fenomeno delle Corti islamiche emerge in quelle parti di territorio dove lo stato non esiste» e ciò «costituisce un pericolo».
Quindi per Bruxelles l'unica via d'uscita è «una soluzione politica» che miri a stabilire «un dialogo con tutte le parti coinvolte», oltre che a assicurare «il ritiro delle truppe etiopiche il più presto possibile e l'intervento di una forza internazionale che vigili sul cessate il fuoco».
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