da Milano
La partita che si apre da oggi, per Telecom, è quella della nomina del prossimo cda. Lappuntamento è per lassemblea del 16 aprile, ma i soci dovranno presentare le loro liste entro il 6. Guido Rossi ha definito «intrigante» la domanda se intenderà o no ricandidarsi, aggiungendo: «Prima di candidarmi devo sapere se qualcuno mi candida. Non sono io a deciderlo e quindi la domanda non va diretta a me». Il riferimento è a Pirelli, socio con l80% di Olimpia, primo azionista di Telecom con il 18%. Il che la dice lunga sul fatto che ci sia incertezza. Daltra parte il piano dimpresa di Rossi è stato approvato dal cda con 16 voti a favore, ma con lastensione proprio dei rappresentanti Pirelli. Lesistenza, a questo punto, di un caso Pirelli-Telecom è pacifica. Ieri il direttore generale di Mediobanca, Alberto Nagel, interrogato, ha risposto: «Considerando cosa sta succedendo nelle due società non è il caso di commentare».
Ma il tempo stringe, con una situazione che appare la seguente: da una parte Rossi ha incassato il sostegno del cda, anche se dopo la lunga discussione di giovedì e le molte obiezioni sollevate sul piano e sul tramonto dellopzione Telefonica, che qualche imbarazzo hanno creato. Poi, però, tra chi ha votato a favore ci sono sia i Benetton (soci al 20% di Olimpia), sia Mediobanca (Pagliaro). Dallaltra Pirelli si è trovata paradossalmente in minoranza, palesando debolezza anche in prospettiva negoziale (ieri i titoli hanno fatto un tonfo del 3%).
Nello scenario di un braccio di ferro in vista dellassemblea, Pirelli può contare sul 18% di Olimpia, ma solo se cè laccordo dei Benetton, come dalla maggioranza richiesta nel cda della holding. Mentre non è sicuro lappoggio di Generali e Mediobanca, che con un totale 5% hanno un accordo di consultazione, ma non di voto (e Pagliaro ha per lappunto appoggiato Rossi). Cè poi quel 3,7% di azioni Telecom in capo a Hopa (cioè alle banche). E che di qui allassemblea potrebbe essere già nella pancia di Mittel-Hopa, cioè nellorbita di Giovanni Bazoli, primo candidato per quella ipotetica cordata di banche pronta a sostenere Tronchetti, ma fino a ora contrapposta allipotesi Telefonica, che invece era quella preferita da Pirelli. In altri termini lo scontro potrebbe essere tra Pirelli (con lincognita Benetton) e un ipotetico fronte di «mercato» fatto dalle banche e investitori istituzionali che sostengano Rossi.
Più logico, invece, che di qui al 6 aprile Tronchetti Provera e Rossi trovino unintesa, magari a metà strada: chiudendo con Telefonica un buon accordo, benché non esclusivo, che apra le porte di Olimpia sia al gruppo spagnolo, sia a qualche banca italiana. E i giochi sarebbero fatti. Per un po.
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