E ora regole per il gioco a distanza

Filippo Grassia

Sul tema dei siti oscurati, di cui Il Giornale ha parlato più volte in questa pagina, vale la pena di riportare il pensiero di un produttore vinicolo che esporta da oltre 10 anni i suoi vini in Inghilterra: “Non riesco a capacitarmi come nel terzo millennio si possa pensare a ritorsioni di questo tipo da parte di gente che poi fa riferimento alle norme dell’Unione Europea. Non so come funzioni il mercato delle scommesse, ma so per certo che la mia azienda, da quando esporta il suo vino in Inghilterra, paga regolarmente le tasse in Inghilterra. Non mi va quindi di essere accostato ad aziende, inglesi o di altri paesi stranieri, che vogliono esplicare la loro attività in Italia senza pagare le tasse in Italia”. L’epopea del far west, dove ciascuno si faceva giustizia da solo, è fortunatamente rimasta al cinema. E la civile Inghilterra non può fare uno sgarbo a se stessa in ambito internazionale.
Il mondo delle scommesse si interroga sul nuovo regolamento del gioco telematico che l’Aams dovrebbe pubblicare al più presto per evitare gli equivoci sorti da oltre 3 anni a questa parte con circolari poco chiare e interpretate strumentalmente. Agli argomenti da tempo sul tavolo si è aggiunto quello relativo ai totem che figurano nella finanziaria e che permetteranno di effettuare le puntate a distanza in determinati luoghi pubblici. C’è da capire, in particolare, quanti ne potranno essere installati. E dove? E come? Le risposte agli interrogativi dovranno impedire quei giochini di prestigio che hanno condizionato il mercato favorendo alcuni soggetti, più scaltri e coraggiosi, a scapito di altri che osservano con maggior rigore le norme. Se il mercato vuole continuare a crescere, non può abdicare ai valori e ai principi della credibilità, della autorevolezza, della trasparenza. E’ il servizio minimo indispensabile da offrire alla clientela che scommette e lo vuole fare in assoluta sicurezza.
Il nuovo regolamento dovrebbe provvedere, come priorità, a cancellare l’attività dei cosiddetti ctd all’italiana che, oltre a vendere card e ricaricarle, si trasformano in vere e proprie sub-agenzie accettando scommesse, facendo quindi da intermediari, e poi pagando le relative vincite. Come e peggio dei ctd collegati a bookmaker stranieri. Per venirne fuori i Monopoli hanno intenzione di intervenire non solo e non tanto con le rituali denunce alle Forze dell’Ordine, ma anche con altre disposizioni. Del tipo che i rivenditori autorizzati di card potrebbero essere catalogati e dotati di una specie di bollino blu. E questo in attesa che l’Aams metta in circolazione le proprie card con l’obbiettivo di sostituire quelle esistenti e permettere ai possessori di scommettere con il provider più gradito. Una sola card, insomma, da acquistare e ricaricare solo nei punti autorizzati dall’Aams. Potrebbe essere la risoluzione di molti problemi.
Si avverte inoltre la necessità di creare un tavolo di lavoro, meglio di concertazione, che faccia da osservatorio permanente e permetta, quasi in tempo reale, di affrontare e risolvere i problemi posti da una settore in continuo divenire. Esiste nel campo delle lotterie e dei concorsi pronostici, perché dovrebbe mancare in questo comparto che migliora di anno in anno il suo movimento? La scommessa sportiva rappresenta un prodotto vincente che piace sempre più al pubblico e che va tutelata con ogni mezzo.

Dietro l’angolo si profila il campionato mondiale di calcio: sarebbe un peccato affrontarlo con armi spuntate. Ovvero senza una regolamentazione precisa del gioco telematico nelle sue più svariate forme: internet, tivù, telefonini.

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