Sono cinque, forse sei, gli attentati che hanno colpito lEgitto nel giro di pochi giorni. E il Paese e la nomenklatura sono quasi sotto choc, al punto che ieri sono circolate voci, subito smentite, sulle dimissioni del potente ministro degli Interni, Habib el-Adli.
Le autorità egiziane hanno fretta di ottenere risultati, nella consapevolezza che Hosni Mubarak e la destabilizzazione dellEgitto erano i reali obiettivi dellattacco terroristico.
In effetti questo tipo di attentati, anche per via di un innegabile effetto «assuefazione», non riesce a provocare davvero il panico, né a far cambiare il modo di vivere delle popolazioni o dei turisti. Ma può avere effetti letali nei confronti del regime filo-occidentale del raìs.
Le bombe e i kamikaze dimostrano al mondo islamico che il formidabile apparato di sicurezza e di polizia su cui Mubarak fonda il proprio potere non è poi così efficiente. Questo malgrado la sostituzione di diversi responsabili e un generale potenziamento delle misure di prevenzione decisi dopo lattentato del 2005. E lannuncio di pochi giorni fa, strombazzato dal ministero degli Interni, relativo allo smantellamento di una cellula terroristica al Cairo, denominata Al-Taefa al-Mansura, con larrresto di 22 dei suoi membri, oggi suscita facili ironie.
Dare prova di debolezza in Medio Oriente non è mai consigliabile, perché può incoraggiare oppositori e rivali a sfidare il regime. Mubarak, poi, sta preparando la successione, con la tentazione di seguire la via dinastica, favorendo il figlio. Cosa questa che diversi gruppi di potere e ambienti militari non sono disposti ad accettare.
Per giunta, il teatro della strage, ancorché lontano da Sharm el Sheikh, e quindi meno protetto e con un minor valore simbolico, viene considerato parte del «giardino di casa» per Mubarak e la sua famiglia.
Lattentato avrà un effetto negativo, anche se di durata ed entità ancora da valutare, sulleconomia egiziana. Il turismo è una delle più importanti fonti di valuta pregiata, nonché garanzia di impiego per migliaia di giovani, altrimenti disoccupati. Colpendo allinizio della stagione calda si è cercato di amplificare la portata della strage.
Tuttavia la conseguenza più pericolosa consiste nella reazione cui è chiamato Mubarak: una rabbiosa raffica di retate (già in corso), arresti, un inasprimento delle misure di sicurezza, un rafforzamento dellapparato repressivo e la fine delle timide aperture verso il dialogo politico e la democrazia cui il regime è stato spinto dalle invero blande pressioni di Stati Uniti e Occidente. La contestata decisione di rinviare di due anni le elezioni amministrative locali sarà confermata, mentre le richieste di abbandonare la legislazione di emergenza, di ridurre la pressione contro i giudici colpevoli di mostrare eccessiva indipendenza non saranno ascoltate.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.